
"Ci sono stati momenti in cui mio figlio pensava che mi avrebbero trovato morto al mattino", confida nell'intervista pubblicata martedì sul portale britannico. "Ero dipendente, ma nessuno se ne rendeva conto. Per molti anni, ero fatto per la maggior parte del tempo". Ora, a 45 anni, Sir Bradley Wiggins -nominato cavaliere dalla Regina d'Inghilterra- racconta di aver chiuso con la sua dipendenza un anno fa e di sottoporsi a regolari sedute di terapia. "Mi sento molto più in pace con me stesso", aggiunge.
Un problema immenso
Bradley Wiggins si è ritirato dallo ciclismo nel 2016. "Assumevo enormi quantità di cocaina (...) Camminavo sul filo del rasoio, ho capito che avevo un problema enorme, dovevo smettere. Sono fortunato ad essere ancora qui", continua. L'ex corridore della Sky ha inoltre evocato le cause che hanno portato alla sua dipendenza. Wiggins afferma di aver avuto un rapporto difficile con il padre e di essere dunque stato "vittima delle sue stesse scelte". "Avevo già molto odio per me stesso, ma l'ho amplificato. Era una forma di automutilazione e autosabotaggio. Non ero la persona che volevo essere, e mi sono reso conto che stavo facendo del male a molte persone intorno a me", spiega il cinque volte campione olimpico.
L'aiuto di Lance Armstrong
"Con me non ci sono vie di mezzo. Non posso bere un bicchiere di vino. Se bevo un bicchiere, sto comprando della droga. Ho una propensione alla dipendenza" e continua: "era un modo per alleviare le sofferenze con cui convivevo". Wiggins, infine, sottolinea di essere stato aiutato da Lance Armstrong. È stato il texano, dice, che si è offerto di finanziare la terapia. "Sto ancora imparando molto, ma quello che sono riuscito a fare è controllarmi meglio. Ora sono molto più in pace con me stesso, il che è già un traguardo enorme".