
"Al Bellinzona stiamo facendo un buon lavoro. Dopo 9 anni abbiamo raggiunto il campionato di Challenge League. Quest'anno siamo una neopromossa, ma abbiamo comunque costruito una squadra importante". Così si è espresso giovedì durante la trasmissione "Fuorigioco" il direttore generale dell'AC Bellinzona Pablo Bentancur, tornato a parlare dopo un prolungato periodo di assenza dai microfoni, per commentare la situazione del club sopracenerino. Il momento attuale della compagine granata dice tre sconfitte consecutive e terzultimo posto in classifica, tuttavia "non siamo preoccupati per la salvezza. Siamo forti e sappiamo che abbiamo giocatori importanti". L'obiettivo Super League appare invece molto difficile da raggiungere. "Non abbiamo un'infrastruttura preparata. La realtà di oggi dice che il Bellinzona non è una squadra da Super League, ma abbiamo costruito questa realtà ed è positivo". Adesso "dobbiamo stabilizzarci bene in Challenge League e guardare al momento opportuno per fare il salto di qualità. Salto di qualità per il quale continueremo a lavorare, soprattutto a livello societario".
Il rapporto con la tifoseria
Bentancur ha parlato anche del suo rapporto con la tifoseria granata, chiarendo che "la nostra è una piazza calda. Per me i tifosi 'più tifosi' sono quelli del club dei 100, la gente della tribuna principale che ringrazia e saluta. C'è invece chi critica, ma quando poi viene chiamato al tavolo per parlare non si esprime". Il patron non ha risparmiato critiche alla frangia più calda della tifoseria. "I ragazzi della curva avevano contestato anche Paolo Righetti; non si rendono conto che possono fare del male. Quando in televisione si sentono gli insulti urlati dallo stadio non è bello". In ogni caso "noi lavoriamo per la città e non molliamo". Per quanto concerne l'affluenza allo stadio "se arrivano 800, 900 o 1'000 tifosi al Comunale non fa una grande differenza, non stiamo parlando di 5'000-6'000 persone. Non so se negli anni si sia persa una linea di 'supporters'. Forse oggi i giovani hanno tanti altri interessi, ma gli "anziani" continuano a sostenerci e di questo siamo contenti".
"Non esistono più intoccabili"
Bentancur ha voluto anche ribadire il percorso compiuto finora. "Noi abbiamo preso una società in difficoltà. Dopo due anni abbiamo ottenuto la maggioranza azionaria e vinto un campionato, riportando il Bellinzona nell'élite del calcio svizzero". Il patron ha usato toni forti parlando dei suoi giocatori. "Abbiamo costruito una squadra con troppi generali e pochi soldati e me ne assumo la responsabilità. Di recente ho detto a mister Maccoppi di fare ciò che vuole, perché per quanto mi riguarda non ci sono intoccabili: i calciatori sono tutti uguali". Maccoppi che "non conosceva la rosa e ha avuto qualche problema, ma ora dobbiamo finire al meglio il campionato e approfittare di questo periodo per crescere come società". Parlando di allenatori, sono molti quelli che si sono succeduti sulla panchina granata negli ultimi anni... "non dobbiamo generalizzare, perché ogni situazione è diversa. Anch'io ho commesso degli errori". Adesso però "siamo con Maccoppi, un allenatore tranquillo e pacato", ha ribadito il direttore generale. "Ora tocca ai giocatori. Posso dire di essere molto arrabbiato: siamo la terza squadra più costosa della Challenge League; c'è uno sforzo economico ma non un ritorno". Vi sono ragazzi giovani "che stanno aspettando la loro possibilità. Vedremo cosa succederà nella prossima partita e prenderò le mie decisioni". A livello professionistico "abbiamo trattato i giocatori nella miglior maniera possibile e ora ci aspettiamo un cambio di attitudine. Ho parlato con i giocatori e mi aspetto dei fatti". E ancora: "Quest'anno tutte le squadre si sono rinforzate e noi non ne abbiamo avuto tempo. Non sto dicendo che dobbiamo andare in Super League, ma mi aspetto una reazione d'orgoglio per la società e per la città", ha concluso Bentancur.