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Anche Croci-Torti vittima di messaggi di odio sui social, l'Fcl: "La tutela dei dipendenti è una priorità"
©Gabriele Putzu
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Redazione
3 giorni fa
Dopo la famiglia di Renato Steffen, anche Mattia Croci-Torti vittima di messaggi di odio sui social. Lo ha rivelato ieri in conferenza stampa, confermando di aver lasciato Instagram. “Bisogna fare causa”, invita il presidente dell’associazione giocatori.

Mattia Croci-Torti, allenatore dell' Fc Lugano, è sparito da Instagram. Il motivo? Troppe minacce e troppi insulti. Lo stesso è successo pochi giorni fa a Steffen: la moglie Qendresa ha ricevuto paurose minacce, tanto che la famiglia ha deciso di ritirare per il momento il figlio dalla scuola calcio. "È un fenomeno noto da tanto tempo, ma abbiamo una chiara strategia: tolleranza zero", spiega a Ticinonews Lucien Valloni, presidente della Swiss Association of Football Players. "Non accettiamo questi insulti e aiutiamo le vittime". Inoltre, se chi subisce queste violenze è d'accordo, "agiamo legalmente contro gli autori dei messaggi", aggiunge, specificando che "è importante dare un esempio".

"La tutela dei nostri dipendenti è una priorità"

Su nostra richiesta anche l'Fc Lugano ha preso posizione, spiegando come si comporta in situazioni simili.

“Il FC Lugano condanna con fermezza qualsiasi forma di minaccia, insulto o offesa personale, sia sui social media che in qualsiasi altro contesto. La tutela dei nostri dipendenti è per noi una priorità. La società monitora con attenzione la situazione dei propri canali ufficiali, ma interviene in maniera concreta solo quando si trova confrontata con espressioni offensive, minacciose o discriminatorie, gravemente lesive della dignità umana, del rispetto dovuto a ogni individuo e della convivenza civile. Nei casi più gravi ci si riserva il diritto di segnalare i casi più gravi alle piattaforme o alle autorità competenti. Il FC Lugano è consapevole di quanto il tema delle minacce e degli insulti sui social sia reale ed è pronto ad offrire ai propri dipendenti il supporto del caso, laddove richiesto. Fermo restando che la scelta di chiudere un account o di reagire contro attacchi a profili personali rientra nella sfera privata del singolo individuo”.

Il tennis è uno degli sport più colpiti

I messaggi di odio sui social non sono una novità, anzi, il fenomeno è mondiale. Uno degli sport più colpiti è il tennis. Perché? Le scommesse in tempo reale sono diffusissime in questo sport, dove si può puntare praticamente su ogni servizio e alcuni degli scommettitori, poi, sfogano le proprie frustrazioni sui social. "Spero ti venga un cancro". Hanno scritto alla britannica Katie Boulter. "Spero che i russi vi uccidano tutti", alla ucraina Elina Svitolina. Mentre lo spagnolo Alvaro Cepero, che non gioca a tennis ma a padel, è stato minacciato di morte se avesse provato a vincere un match. Un’assurdità che, pensate, nel 2024 ha visto 8'000 post di questo genere nei confronti di 58 professionisti del tennis, come mostra una ricerca della britannica Signify.

 

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