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Alfio Molina: "Lugano al top della fiducia, Zurigo meno convinto"
Alfio Molina: "Lugano al top della fiducia, Zurigo meno convinto"
Alfio Molina: "Lugano al top della fiducia, Zurigo meno convinto"
Redazione
7 anni fa
Il leggendario portiere bianconero sottolinea il grande lavoro svolto da Greg Ireland

Alfio Molina, classe 1948, 70 anni compiuti il 20 aprile, è probabilmente il giocatore più rappresentativo della storia dell’HC Lugano, club che compie quest’anno 77 anni.E dei 7 titoli di campione svizzero, i primi due, quelli conquistati nelle stagioni 1985/86 e 1986/87, portano la firma del portierone bianconero, che nelle 23 stagioni (dal 1964 a 1987) disputate tutte con i bianconeri, ha collezionato la bellezza di 512 presenze, mentre 64 sono state quelle con la maglia rossocrociata, condite da due Olimpiadi (1972 a Sapporo e 1976 ad Innsbruck) e 4 Mondiali.

E di conseguenza, a chi chiedere, se non al grande portiere luganese (la sua maglia con il numero 1 è stata ritirata nell’aprile del 1987) un commento sulla decisiva gara-7 di domani sera alla Resega?

Allora Alfio, il tuo Lugano ha meritatamente pareggiato i conti ieri sera all’Hallenstadion e, almeno sulla carta, sembrerebbe ora favorito per il successo finale."Certo, la rimonta completata mercoledì a Zurigo ha infuso grandissima carica e fiducia ai bianconeri, anche se però, ogni partita ha la sua storia, e a questo punto, direi che le due squadre hanno la stessa percentuale di possibilità, anche se il fattore pista potrebbe incidere non poco sull’esito della sfida”.

Nei primi 6 scontri della serie Merzlikins è risultato spesso decisivo."Elvis si trova in uno stato di forma strepitoso e malgrado la sua giovane età, mostra una sicurezza impressionante, assicurando una grande tranquillità ai compagni di squadra. Al contrario, Flüeler, buon portiere, ma non al top della National League, mi sembra decisamente più emotivo e meno sicuro".

Anche l’infinità di blockshots collezionati dall’inizio dei playoff costituiscono un ulteriore atout per i bianconeri."È vero, anche se però, a volte, un tiro parzialmente bloccato può mettere a mal partito il portiere, schermandogli pericolosamente la traiettoria. Comunque, grazie all’immenso spirito di sacrificio di difensori e pure degli attaccanti, il Lugano sta mettendo in seria difficoltà gli zurighesi".

È opinione diffusa che per vincere il campionato sia spesso determinante la solidità difensiva. A questo riguardo, come vedi la situazione in questa finale?"I Lions possono contare su un grandissimo difensore nella persona del canadese Kevin Klein e di un buon elemento svizzero, in Geering, ma per il resto, si tratta di giocatori sicuramente non superiori a quelli del Lugano. Complessivamente, almeno in questa serie, mi sembra che le coppie difensive bianconere assicurino miglior copertura ai rispettivi portieri”.

E poi, passando al fronte avanzato, il Lugano può contare su un Lapierre sempre più decisivo e sempre più leader."Rispetto alla prima versione dell’ex attaccante dei Montreal Canadiens, quella che vediamo quest’anno è di tutt’altra sostanza. Maxime sembra un altro: subisce pochissime penalità aiutando tangibilmente la squadra con reti, assist, gioco fisico e aiuto psicologico ai compagni di squadra. E in questo senso, la mano di Greg Ireland e del suo assistente finlandese Jussi Silander centra, eccome".

E il coach canadese, tenuto conto delle assenze eccellenti (leggi Chiesa, Brunner, Bürgler e Cunti) sta realizzando, con l’aiuto di tutti i suoi giocatori rimasti a disposizione, un autentico miracolo."Da quando è tornato alla Resega, Greg ha letteralmente trasformato la squadra, dando fiducia a tutti. A cominciare dai giovani che, all’immagine di Riva e Vedova, senza dimenticare i più scafati Sartori, Zorin, Morini e Romanenghi stanno veramente aiutando tantissimo la squadra. Tutti giocano per il bene del Lugano, stimolati anche dall’esempio di Reuille che, all’età di 36 anni, sta vivendo una seconda giovinezza anche a livello di reti, spesso decisive in questi playoff".

Lugano quindi favorito domani sera?"Ribadisco, che dopo la prima vittoria stagionale ottenuta all’Hallenstadion, i bianconeri hanno fatto il pieno di fiducia, mentre la squadra di Kossmann, riacciuffata sul 3-3 nella serie, ora mi sembra meno convinta delle proprie possibilità. Ma si tratta unicamente di pure speculazioni, perché la storia insegna che ogni partita ha la sua storia".

Roberto Quadri

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