
Chi mi conosce sa quanto ami il motorsport, il rally, la guida, le auto – moderne o d’epoca – e tutto ciò che riguarda le quattro ruote. Domenica, per esempio, si terrà il tradizionale raduno Gottardo Classic (www.gottardoclassic.com) organizzato dall’Associazione Classic Cars Ticino, di cui sono socio fondatore. Eppure, proprio per questo, so distinguere quando le auto siano un valore, una passione, un divertimento, un mezzo e quando, invece, possono essere un problema.
I nostri quartieri sono spazi sempre più affollati, le cui strade sono condivise da famiglie, bambini, ciclisti, pedoni, persone fragili. In questi contesti, sostenere l’introduzione delle zone 30 è responsabilità e buon senso e non è in contraddizione rispetto alla mia passione.
Moderare la velocità in aree preposte per vivere significa prima di tutto aumentare la sicurezza. A questa velocità, lo spazio di frenata si dimezza rispetto ai 50 km/h, e il rischio di incidenti gravi o mortali cala drasticamente. Un impatto a 50 km/h può essere letale per un pedone; a 30 km/h, nella maggior parte dei casi, si sopravvive. E questo vale doppiamente per i bambini, che per loro natura non hanno la stessa percezione di spazi e pericolo di un adulto.
Le zone 30 migliorano la qualità della vita grazie ad una netta riduzione del rumore. Il rotolamento degli pneumatici a bassa velocità produce circa la metà del rumore percepito: significa strade più vivibili, quartieri più tranquilli, maggiore benessere psicofisico. A beneficiarne sono tutti: chi vive, chi cammina, chi pedala, ...
C’è poi un ulteriore tema per essere a favore: la mobilità lenta. Nelle zone 30, chi circola a piedi, in bicicletta o troty, trova un equilibrio ed una convivenza diversa con l’automobilista. Le strade diventano più accessibili, inclusive, umane. Questo è particolarmente importante nei quartieri, dove gli spostamenti sono spesso brevi, casa-scuola, ed è sensato privilegiare la sicurezza e la convivenza.
Promuovere una guida più dolce nei luoghi dove viviamo e cresciamo non riduce libertà, né piacere di guida, ma restituisce valore ai luoghi preposti a risiedere e vivere, e separa nettamente l’ambito del piacere motoristico da quello della vita quotidiana. L’amore per la guida non deve mai essere cieco, né egoista: troppo facile dare del cretino a colui che “gasa” sotto la nostra finestra, o sfreccia vicino mentre si accompagna un figlio a scuola, e dimenticarsi degli altri quando si è alla guida.
"La società cresce bene quando uomini anziani piantano alberi all’ombra dei quali sanno che non si siederanno mai." (Proverbio greco): tutti noi siamo bimbi, genitori, nonni di una città più grande e popolosa, e dobbiamo porci obiettivi lungimiranti ed ambiziosi per la nostra Lugano. Per questo sostengo senza esitazioni l’introduzione delle zone 30 nei quartieri residenziali di Lugano, una città che desidero sempre più sicura, in tutti gli aspetti e per tutti.