
Frequento quasi quotidianamente – quale pendolare per motivi di lavoro – le stazioni FFS di Locarno e Bellinzona e la differenza di qualità urbanistica, di funzionalità e di sicurezza balza con tutta evidenza agli occhi di chiunque. Quella di Locarno, del resto, è l’unica stazione urbana del Ticino che non ha conosciuto alcun serio intervento di riqualifica e di adattamento alle mutate esigenza di mobilità. Fondamentalmente, essa risente di un’impostazione vecchia di almeno 50 anni, quando alla stazione ci si recava il più delle volte in automobile e quindi, semplificando un po’ (ma neanche troppo…), pianificare l’area attorno a una stazione si traduceva nella ricerca di soluzioni che prevedessero quanti più strade e posteggi possibili, con buona pace del trasporto pubblico, delle bici, dei pedoni e, più in generale, della qualità urbanistica. Oggi la situazione è radicalmente cambiata: ogni giorno alla stazione di Locarno transitano circa 20'000 persone, e la tendenza, con il notevole potenziamento dell’offerta di trasporto pubblico, è ulteriormente in crescita. La situazione attuale, tuttavia, non è più accettabile, né dal profilo della sicurezza, con bus ammucchiati in spazi ristretti e costretti talvolta addirittura a manovrare in retromarcia, né da quello della qualità urbanistica (nessuno mi ha convinto della straordinaria bellezza di una strada oggi occupata per tre quarti dalle automobili posteggiate e in transito – 3500 al giorno! – e da una decina di palme non proprio rigogliose…), e nemmeno da quello della funzionalità, sia per gli utenti dei mezzi pubblici, sia per chi circola nel comparto, a piedi, su due ruote o con l’automobile. Il progetto di nuovo modo intermodale approvato dal Gran Consiglio e co-finanziato dalla Confederazione è il frutto di oltre un decennio di studi che hanno preso in considerazione numerose varianti (anche quelle che ora si vogliono far passare per “miracolose”) ed è risultata la migliore per garantire anche al Locarnese una mobilità moderna, funzionale e sicura. Una bocciatura del progetto avrebbe per contro importanti conseguenze negative per il sistema dei trasporti – pubblici e anche privati – di tutto il Locarnese, visto che la stazione di Locarno è il crocevia (o nodo, appunto) di tutta la rete regionale.
Per questi motivi invito a votare Sì al nodo intermodale.
Fausto Fornera, Vicesindaco di Losone e Vicepresidente della Commissione intercomunale dei trasporti del Locarnese e Vallemaggia