
La gente chiede, grida, denuncia. Ma la politica? Fa orecchie da mercante. Chiude gli occhi, si tappa le orecchie e continua per la sua strada, ignorando chi ogni giorno lotta con difficoltà reali. Troppo spesso le decisioni vengono prese senza ascolto, senza conoscenza diretta, senza volontà di capire. Eppure, le problematiche sono sotto gli occhi di tutti: ritardi nell’erogazione di sussidi e prestazioni complementari; condizioni di lavoro sempre più precarie; salari che non permettono una vita dignitosa; famiglie costrette a lavorare in due per poter pagare un asilo nido, ritrovandosi poi con pochi spiccioli per far fronte a tutte le altre spese.
Il Ticino affonda in una spirale fatta di stipendi bassi, contratti precari e costi fissi tra i più alti della Svizzera: casse malati fuori controllo, targhe e assicurazioni esorbitanti, affitti alle stelle, bollette sempre più care. Questo è un Cantone alla deriva. E mentre la gente cerca risposte, chi dovrebbe rappresentarla spesso finge di non vedere, non sentire, non sapere. Ma chi ha scelto di mettersi al servizio dei cittadini non può permettersi il lusso dell’indifferenza. È tempo di ascoltare davvero. Di agire. Di proporre soluzioni concrete, non slogan vuoti.
Giovanni Albertini, deputato Avanti con Ticino&Lavoro in Gran Consiglio