
Secondo gli esperti, giugno è stato il mese più caldo in assoluto da quando hanno iniziato a misurare le temperature in Svizzera, ovvero dal 1864. Agosto è iniziato anche lui con una canicola intensa.
Questi fenomeni, secondo gli esperti, diventeranno sempre più frequenti e con periodi sempre più lunghi. Ondate di calore lunghe e opprimenti saranno una delle sfide principali dei prossimi decenni. Per generazioni, abbiamo modellato il nostro territorio, costruendo case, palazzi e infrastrutture con l’obiettivo di proteggerci dal freddo. Mai avremmo immaginato che un giorno avremmo dovuto difenderci dal caldo torrido.
Oggi, però, questa è la realtà. Non possiamo aspettare che sia troppo tardi per agire. Le ondate di calore non danneggiano solo gli ecosistemi e la biodiversità, ma hanno anche gravi ripercussioni sulla salute umana. Sempre più spesso leggiamo di persone costrette al ricovero per malesseri dovuti a temperature estreme. Secondo gli esperti, la Svizzera sarà uno dei paesi europei più colpiti dagli effetti dal riscaldamento climatico.
Se non interveniamo ora, rischiamo che parte del nostro territorio diventi invivibile, con conseguenti squilibri sociali e difficoltà economiche.
Tra i fattori che aggravano il problema vi sono le autostrade. La loro superficie scura, composta da asfalto, assorbe molto più calore solare rispetto a superfici chiare, contribuendo così all’aumento delle temperature. Inoltre, l’asfalto è impermeabile, con la conseguenza che l’acqua piovana non riesce ad infiltrarsi nel terreno, per cui aumenta il deflusso superficiale e riduce l’evaporazione, un processo naturale che contribuisce a raffreddare il suolo e l’aria circostante.
A questi problemi si aggiunge la questione della terza corsia dei tir tra Mendrisio e Balerna. Quotidianamente, nel Mendrisiotto si formano lunghe colonne di mezzi pesanti in attesa di attraversare la dogana, spesso con i motori accesi per ore. Oltre a un enorme spreco di carburante, ciò produce un inquinamento atmosferico e acustico che grava sulla salute della popolazione locale, già duramente esposta a livelli elevati di polveri sottili e ozono. Una gestione più efficiente degli sdoganamenti e lo snellimento delle procedure doganali rappresenterebbero un passo fondamentale per ridurre questi disagi, con benefici sia ambientali che sociali. La migliore soluzione, resta però, quella di trasferire i tir sui treni. Potenziare il trasporto ferroviario delle merci significherebbe diminuire drasticamente il traffico pesante su strada, ridurre l’inquinamento, il traffico e migliorare la qualità di vita in tutto il Mendrisiotto.
Per questo motivo è necessario ripensare la politica delle infrastrutture stradali, intervenendo dove possibile per coprire tratti autostradali e trasformarli in spazi verdi, piste ciclabili e aree ricreative per famiglie. Queste misure non solo contribuirebbero a mitigare gli effetti del cambiamento climatico, ma migliorerebbero anche la qualità di vita, la salute pubblica e l’attrattività delle nostre regioni.
È con questa visione che nasce la petizione “Sopra la vita! Sotto l’autostrada!”, con l’obiettivo di migliorare il territorio ticinese, in particolare il Mendrisiotto, rendendolo più vivibile, e sostenibile di fronte alle sfide climatiche. Chiediamo di ridifinire il tracciato autostradale, pianificato oltre 60 anni fa, e di aggiornarlo tenedo conto delle nuove condizioni di vita e ambietali.
Lorenzo Cavagliotti - Coordinatore petizione Sopra la vita! Sotto l’autostrada!