
Nel sempre vivace panorama politico luganese, non poteva mancare una nuova sfida in perfetta armonia con la nostra illustre tradizione di dibattiti civili: il nostro referendum contro l’introduzione del limite generalizzato di 30 km/h. Un’occasione d’oro per rifle7ere sulle reali conseguenze di una misura che promette di rallentare non solo le nostre auto, ma anche – ahinoi – il buon senso. Non possiamo esimerci dal rivolgere un caloroso saluto al nuovo comitato favorevole alla causa dei 30 all’ora, composto da un gruppo determinato e, lasciatecelo dire, armato di una pazienza che farebbe invidia a un istruttore di yoga. A guidare l’operazione troviamo una compagine a trazione liberale, sempre pronta a venire in soccorso della Municipale Karin Valenzano Rossi, che in questa partita sembra più un’arbitra alle prese con un fischietto difettoso che una regista di cambiamenti epocali.
Entrando nel merito, le ragioni che ci spingono a opporci al limite generalizzato sono numerose e, soprattutto, ragionevoli. Prima fra tutte, l’inutilità comprovata di una misura che, nella maggior parte dei casi, non apporta benefici concreti né in termini di sicurezza né di qualità dell’aria. Studi indipendenti suggeriscono che l’abbassamento uniforme della velocità non riduce in modo significativo gli incidenti laddove già esistono adeguate infrastrutture e controlli puntuali. Invece, rischia di trasformarsi in un fastidioso rallentamento della vita cittadina, con effetti minimi sulle emissioni ma massimi sulla pazienza di chi lavora, studia e vive a Lugano. Inoltre, è importante sottolineare che siamo fermamente contrari alle continue vessazioni contro gli automobilisti. Le misure restrittive e i controlli eccessivi non solo penalizzano ingiustamente chi utilizza l'auto per necessità quotidiane, ma creano anche un clima di sfiducia e frustrazione tra i cittadini. Per di più, se il limite di 30 km/h dovesse essere approvato, altre misure oppressive nei confronti degli automobilisti seguiranno sicuramente. Crediamo che sia possibile trovare un equilibrio tra la sicurezza stradale e la libertà di movimento, senza ricorrere a provvedimenti punitivi che colpiscono indiscriminatamente tutti gli automobilisti.
Non si deve infatti dimenticare il capitolo dei controlli radar: un vero trionfo della tecnologia applicata al disagio urbano. L’introduzione del limite generalizzato rischia di tradursi in una proliferazione di radar che, lungi dall’essere strumenti di prevenzione, finiranno per penalizzare la stragrande maggioranza dei cittadini, colpendo non i “pirati della strada” ma chi, magari per distrazione o per abitudine, supera di poco la soglia fatidica. Il risultato? Multe a pioggia, incremento dell’ansia al volante e una percezione sempre più negativa delle istituzioni comunali.
In sintesi, il nostro referendum non è una crociata contro la sicurezza, ma una battaglia per il buon senso e per la libertà di movimento. Siamo certi che i cittadini di Lugano sapranno distinguere tra provvedimenti utili e misure solo apparentemente virtuose, votando per una città moderna, efficiente e – perché no? – anche un po’ più veloce quando si può.