Sajeetan Kanakaratnam
Sri Lanka: il genocidio tamil riaffiora dalla terra
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Redazione
3 giorni fa
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Chemani — Ancora una volta, la terra del nord-est dello Sri Lanka restituisce corpi e verità che qualcuno avrebbe voluto seppellire per sempre. A Chemani, nel cuore della penisola di Jaffna, è stata scoperta una fossa comune con resti di civili tamil, uomini, donne e bambini scomparsi durante i sanguinosi anni del conflitto. Il Commissario delle Nazioni Unite per i Diritti Umani, Volker Türk, ha visitato il sito della tragedia. Tra resti umani e familiari in lacrime, Türk ha raccolto le voci di chi chiede giustizia da decenni. Le comunità locali e gli avvocati delle vittime reclamano un’inchiesta internazionale, indagini forensi indipendenti e un tribunale capace di processare chi ha pianificato e coperto questi crimini.

Una prova viva di un genocidio

Per la popolazione tamil, questa fossa non è solo una ferita riaperta, ma una prova viva di un genocidio mai davvero riconosciuto. Dal 1948 a oggi, decine di migliaia di tamil sono stati uccisi, fatti sparire o costretti alla fuga. Oggi, di fronte a questi resti dissotterrati, non basta più parlare di riconciliazione: serve verità, serve giustizia, serve chiamare genocidio ciò che genocidio è stato. Finché il mondo resterà in silenzio, la terra continuerà a restituire ossa e domande. Il popolo tamil chiede giustizia, perché nessun crimine possa più essere sepolto.

Sajeetan Kanakaratnam, consigliere comunale di Coldrerio

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