
FFS torna a colpire il Ticino: dopo la lunga vertenza delle Officine di Bellinzona vinta sulla distanza (logorando le trattative) dai dirigenti dell'ex-regia federale che è riuscita ad ingannare la politica nostrana facendo passare uno smantellamento per un investimento a Castione (che è tutt'altro che una garanzia di posti di lavoro). La nuova strategia machiavellica di FFS Cargo è spostare i macchinisti dove servono: oltralpe, chiudendo i terminal di Cadenazzo (snodo principale della posta) e Bioggio, sopprimendo 40 posti di lavoro. Parallelamente viene meno anche l'autostrada "viaggiante" delle merci di transito tra i porti italiani e la Germania gestita da HUPAC. In totale significano più di 100'000 camion sulle strade ticinesi. Se nel 2008 a prendere le famigerate decisioni di tagli in Ticino e mire espansionistiche fallimentari era Meyer, ora il volto della privatizzazione è Muhm.
In atto la privatizzazione di un gioiello nazionale
La popolazione ha votato l'iniziativa delle Alpi, la nazione ha costruito AlpTransit, l'Assemblea federale ha appena approvato un credito di 400 milioni per il trasporto dei carri singoli, quindi la volontà del trasporto su rotaia è chiara e l'infrastruttura è nuova di fiamma grazie agli investimenti pubblici. Consapevoli di questo quadro, FFS Cargo e il suo direttore Muhm mettono in atto la privatizzazione di questo gioiello nazionale, fondamentale per gestire a favore dell'ambiente e del lavoro i forti appetiti europei attraverso la Svizzera. Il Partito Comunista, sempre più convinto della proposta di nazionalizzazione della posta, si oppone di rimando all'atteggiamento anti-popolare delle FFS e si unisce al sentimento di rabbia dei lavoratori di FFS Cargo che stanno vivendo settimane di grande incertezza. La svendita dei beni nazionali deve finire e bisogna mandare a casa i dirigenti delle ex regie amici delle multinazionali del trasporto. I comunisti e le comuniste saranno in piazza a fianco dei lavoratori di FFS Cargo il 29 agosto a Mendrisio e daranno il loro sostegno unitario il 2 settembre a Berna all’incontro del Sindacato SEV con il consigliere federale Rösti.