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Soglia di sbarramento: un’occasione persa per riformare il Parlamento
©Chiara Zocchetti
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Redazione
un giorno fa
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Il PLR critica la decisione di non permettere alla popolazione di esprimersi sulla riduzione della frammentazione in Gran Consiglio. La richiesta del PLR era chiara: permettere alla popolazione ticinese di esprimersi sull’introduzione o meno di una soglia minima per accedere ai banchi del Gran Consiglio, con l’obiettivo di garantire un miglior funzionamento delle istituzioni democratiche e minor frammentazione. Il Parlamento, tuttavia, ha deciso di non sottoporre la questione al voto, negando così ai cittadini la possibilità di pronunciarsi su una riforma della democrazia cantonale attraverso l’introduzione di una regola già presente in altri Cantoni.

 

Come ogni modifica costituzionale, il giudizio della popolazione sarebbe stato la naturale conclusione dell’iter parlamentare della proposta – quel famoso “popolo sovrano” o “democrazia diretta” spesso citati da chi ha avversato la proposta. Il sistema proporzionale  con una soglia d’accesso al Gran Consiglio è già da tempo una realtà in diversi Cantoni svizzeri, senza che nessuno gridi allo scandalo istituzionale o a chissà quale pericolo per la nostra democrazia. Ginevra, Vaud e Zurigo rappresentano esempi consolidati di Cantoni che hanno scelto di limitare l’accesso parlamentare attraverso soglie del 5-7%. Una scelta che si è dimostrata utile per garantire un funzionamento più efficace del Gran Consiglio con la formazione di maggioranze stabili. È importante ricordare anche che la proposta, dopo un lungo dibattito commissionale, era stata modificata rispetto all’iniziativa originale che proponeva una soglia al 4%, fissandola al 3% come compromesso tra le diverse posizioni.

 

D’altra parte va anche sottolineato che in Ticino la situazione attuale è addirittura inversa, nel senso che – dati alla mano – sono le forze minori ad essere sovrarappresentate nell’emiciclo. In un momento in cui il Gran Consiglio conta ben 12 formazioni politiche rappresentate – il numero più alto della storia politica ticinese – la questione della governabilità e dell’efficienza parlamentare assumono un’importanza cruciale per il futuro delle nostre istituzioni. Da non dimenticare una costatazione importante sul tema della rappresentatività: l’aumento del numero di formazioni politiche non è coincisa con un aumento della partecipazione elettorale al voto, anzi.

 

I tempi non sono maturi per una simile scelta nel nostro Cantone? Avremmo preferito fosse il popolo a dircelo. Perché, un sistema elettorale, non deve solo garantire rappresentanza estesa, ma deve anche, e soprattutto, consentire che da essa possa nascere un’azione politica efficace.

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