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SISA - (Ri)chiudere le università? Basta precarizzare la vita studentesca!
Immagine CdT
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Redazione
2 anni fa

Il Sindacato Indipendente degli Studenti e Apprendisti (SISA) ha appreso dell’intenzione da parte del Consiglio Federale di varare norme più restrittive per contrastare l’ascesa dei contagi. All’interno delle misure messe in consultazione, salta immediatamente all’occhio la volontà – senza alcuna soluzione alternativa – di applicare e imporre l’insegnamento a distanza negli atenei di tutta la Svizzera. Seppur comprendiamo la necessità di frenare i contagi, impedendo conseguentemente l’aumento delle ospedalizzazioni e di persone in cure intense, il SISA si trova decisamente contrario alla chiusura delle scuole terziarie.

Secondo uno studio realizzato prima della pandemia dall’Ufficio federale di statistica (UST), il 57% degli studenti aveva problemi a proseguire gli studi e uno su dieci decideva di abbandonarli. Se questo era lo scenario pre-pandemico, durante quest’ultimo periodo il passaggio all’insegnamento a distanza ha avuto un forte impatto sulla popolazione universitaria e accademica, peggiorandone sensibilmente le condizioni di studio e di salute. L’isolamento sociale, la destrutturazione della propria quotidianità, l’assenza di confronto diretto con i propri compagni e professori, la perdita delle entrate del lavoro part-time, le differenti condizioni residenziali, economiche e d’accesso agli strumenti tecnici manifestatesi durante il confinamento, hanno generato tra il corpo studentesco un sentimento di disorientamento, di profondo sconforto, nonché una situazione di marcata precarietà materiale, sociale e psichica. I dati parlano da sé: un terzo della popolazione a novembre, nel pieno dell’insegnamento a distanza, presentava sintomi depressivi gravi. In questo contesto sembra del tutto insostenibile la decisione di allontanare nuovamente la popolazione studentesca, sapendo che è proprio la solitudine e l’isolamento che facilitano l’esplosione delle situazioni di tensione e fragilità psichica!

Con questa decisione il Consiglio Federale non fa che aggravare la già difficile situazione che caratterizza la vita di uno studente universitario. Il discorso pressoché totalizzante sulla pandemia che le autorità portano avanti all’interno della nostra società, rinforza in modo irresponsabile il sentimento d’incertezza verso il futuro e quell’incuranza verso i bisogni di una popolazione giovanile che soffre nonostante gli sforzi fatti per rispettare le norme sanitarie ed evitare i contagi nei luoghi di formazione. In questo modo gli interventi che possano riuscire a migliorare la loro condizione diventano ancora più distanti e si genera un senso di demoralizzazione e abbandono che porta ad una crescente sfiducia verso le autorità e il proprio futuro. Il dato di cui non ci si rende conto è che queste misure porteranno a sofferenza, situazioni cliniche gravi e suicidi: se non si interviene su questa crisi, il costo umano, sociale e finanziario da pagare sarà drammatico!

Per questa ragione il SISA – intenzionato a unirsi e unire altre associazioni e sindacati studenteschi sparsi sul territorio federale per questa lotta – si oppone fermamente all’intenzione del Consiglio Federale di chiudere nuovamente le università e rivendica un intervento immediato a favore del malessere diffuso tra la popolazione studentesca. Resta peraltro assurdo il fatto che in questo periodo gli interventi necessari per rafforzare il sistema sanitario non siano stati intrapresi. Questo momento dev’essere il movente per finalmente comprendere l’importanza di un rafforzamento del settore medico-sanitario, attraverso investimenti infrastrutturali negli ospedali e nella formazione. In questo senso, il numerus clausus – nelle facoltà di medicina, negli studi infermieristici e socio-sanitari – dev’essere abrogato!

In questo momento, il Consiglio Federale si sta rivelando incapace di affrontare in maniera seria la questione sanitaria nella sua globalità, tra crisi pandemica e depressiva. Noi diciamo fermamente: no alla chiusura dell’università, sì a massicci investimenti in sostegno del settore medico-sanitario e nella protezione sociale e psicologica degli studenti!

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