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Simone Franzi - 4 Luglio tra libertà, indipendenza e emancipazione
Simone Franzi, analista politico
Simone Franzi, analista politico
Redazione
4 anni fa

I fuochi d’artificio per la festa d’indipendenza degli Stati Uniti d’America del 4 luglio sono ormai spenti. In questo strano 2020, negli Stati Uniti (e per molti aspetti anche disuniti) d’America le celebrazioni sono state modeste. Nell’anno della pandemia, tanti americani si sono accorti che, per una grande fetta della popolazione, la festa d’indipendenza non è il 4 luglio, ma bensì cade due settimane prima. Il 19 giugno è il 4 luglio per gli afroamericani. Il giorno dell’emancipazione.

Questa è una data che per molti è passata inosservata. Per la comunità afroamericana è una data importante in cui si celebra la liberazione dalla schiavitù. In questa data si celebra il Juneteenth, parola creata dall’unione di “June” (giugno) e “Nineteenth” (diciannove), in cui si commemora l’annuncio dell’ordine federale dell’abolizione dalla schiavitù sull’intero territorio statunitense da parte di un generale dell’Unione, Gordon Granger, a Galveston, in Texas nel 1865. Il presidente Lincoln abolì la schiavitù già nel 1863 con il Proclama di Emancipazione. L’abolizione vera e proprio arrivò però solo con la sconfitta nella Guerra Civile. Così anche in Texas, lo stato più remoto negli Stati Uniti di metà Ottocento quando, nel giugno del 1865, le truppe dell’Unione annunciarono l’emancipazione e i diritti di quei cittadini del nuovo mondo che liberi non lo erano ancora stati finora. Con la pandemia che non si arresta, il 4 luglio del 2020 non verrà ricordato negli Stati Uniti per i grandi fuochi d’artificio. Il 19 giugno 2020 invece resterà negli annali. Come quel 19 giugno di 155 anni fa.

L’omicidio di George Floyd da parte degli agenti di polizia della città di Minneapolis ha scatenato le ire della popolazione afroamericana e non solo. La disuguaglianza negli Stati Uniti è palese. È vero che statisticamente ogni decade la popolazione afroamericana si arricchisce. Ma la vera costante per la vita di molti che ha scatenato le proteste non è l’arricchimento della popolazione, bensì la violenza continua anche da parte da organi istituzionali. Attacchi arbitrari che si ripetono e che singolarmente rimangono degli episodi, ma aggregatamene segnalano una tendenza, cioè quella di esercitare potere e dominazione sulla popolazione afroamericana. In questo senso, gli afroamericani rimangono assoggettati all’autorità della maggioranza indoeuropea. Le proteste delle scorse settimane sono dunque state una ribellione verso questa autorità e sono un’aspirazione alla vera emancipazione. In questo 2020 la celebrazione della libertà non avviene dunque il 4 luglio, ma si è celebrata quando la popolazione statunitense è scesa nelle strade a ricordare che la libertà non è garantita a tutti in modo uguale. Richiedere la fine delle violenze è infatti un grido di liberazione per coloro che l’emancipazione vera e propria la stanno ancora aspettando. Il 4 luglio è la festa dell’indipendenza dall’autorità monarchica inglese. La Festa della Liberazione vera e propria si celebra però il 19 giugno, data simbolo dell’aspirazione alla libertà.

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