Edoardo Cappelletti
Settore universitario: no ai tagli federali, sì a migliori condizioni di lavoro
Redazione
5 giorni fa
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Come già osservato anche da numerosi Cantoni, le misure di sgravio del Consiglio federale applicabili dal 2027 colpiscono nel profondo la formazione, la ricerca e l’innovazione. Infatti, in questi settori si prevedono consistenti risparmi pari a 460 milioni di franchi annui: tra di essi evidenziamo la riduzione del 10% dei contributi al Fondo nazionale svizzero per la ricerca scientifica, la soppressione dei contributi destinati ai progetti di ricerca e un ingente aumento delle rette universitarie. In generale, questi provvedimenti contribuiscono a compromettere la qualità del lavoro accademico, le condizioni di lavoro del personale e il diritto allo studio.

Non a caso, rispetto a questo disimpegno della Confederazione, nelle scuole universitarie si sta già sviluppando su scala nazionale un’importante dinamica di sensibilizzazione e di mobilitazione. Negli ultimi mesi si è altresì formata una coalizione contro l’aumento delle rette e i tagli, che riunisce varie associazioni sindacali, politiche e studentesche. Anche il Sindacato VPOD, dopo avere nettamente respinto le misure di risparmio del Consiglio federale in sede di consultazione, sta così assumendo un ruolo sempre più attivo contro il programma d’austerità.

Dal profilo sindacale, grande preoccupazione è data dal fatto che questi tagli potranno pesare soprattutto sul corpo intermedio, già confrontato peraltro anche in Ticino con condizioni contrattuali precarie (contratti a tempo determinato, rinnovi contrattuali a catena, ecc.) e retribuzioni inadeguate (salari insoddisfacenti, forme di lavoro ‘‘gratuito’’, ecc.). Su tale fronte, i tagli federali palesano la necessità di lottare per ottenere delle garanzie e dei miglioramenti.

Per quanto concerne il Canton Ticino, va rimarcato che i risparmi comporteranno una riduzione di 14.5 milioni di franchi che andranno a ricadere in particolare su USI e SUPSI. Come rilevato in un comunicato dei Sindacati VPOD, OCST e SIT, un simile ammanco minerebbe la coesione sociale e lo sviluppo economico cantonale. Questa evenienza, pertanto, dovrebbe imporre sin d’ora una presa di coscienza degli attori coinvolti e una difesa di questo settore sotto attacco.

Guardando indietro, va ricordato che il Sindacato VPOD era già intervenuto a più riprese attorno alla problematica: da un lato con la campagna ‘‘Stable Jobs-Better Science’’, che rivendicava un miglioramento delle condizioni di lavoro del personale accademico; dall’altro, a livello cantonale, con la consegna dell’iniziativa “Per un settore universitario ancorato al territorio” che richiede un contratto collettivo di lavoro anche per tale categoria. A partire da queste azioni e dalle nuove sfide all’orizzonte, l’attenzione al corpo accademico andrà dunque rilanciata.

Edoardo Cappelletti, Co-segretario VPOD Regione Ticino

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