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Roberto Cefis - Il pareggio dei conti: sulle spalle di chi?
Redazione
2 anni fa

Il Sindacato Ocst è fermamente contrario al decreto legislativo (Dl) concernente il pareggio economico da attuare entro il 31 dicembre 2025. Il vincolo che il Gran Consiglio ha imposto al Governo è troppo stringente e limitativo. L’unico modo, in così breve tempo, per raggiungere l’obiettivo è quello di tagliare sul personale, sui servizi e sui necessari investimenti. Un’idea banale e superficiale.

Non è altro che una dichiarazione priva di una visione politica, che pone solo un obiettivo contabile: tagliare o limitare la spesa senza considerare le conseguenze, sulla base della falsa promessa di “non mettere le mani nelle tasche dei cittadini”. Ma con questa impostazione l’effetto è proprio quello di peggiorare le condizioni dei cittadini, in particolare i più deboli e fragili.

Nella mia professione di sindacalista seguo in particolare uno dei settori più toccati dalla Pandemia Covid SARS-19, il settore sociosanitario. Un settore che ha dato tanto e ha ricevuto molti “grazie” ma, a mio parere, andrebbe maggiormente considerato non solo per l’importante lavoro svolto, ma anche per il lavoro che sarà chiamato a svolgere in futuro.

Sono padre di un’infermiera che ama la sua professione, ma sono anche un sindacalista che ha seguito da vicino il difficile periodo appena trascorso e mi rendo sempre più conto di quanto tutte le persone che lavorano nelle strutture sanitarie siano state e saranno in futuro fondamentali per il buon funzionamento della nostra società.

Auspico quindi che le autorità politiche di tutti i livelli e gli enti finanziatori possano disporre dei necessari mezzi economici per poter garantire delle cure di qualità e delle buone condizioni di lavoro in favore di tutte le lavoratrici e di tutti i lavoratori del settore sociosanitario.

Certo è importante che i conti dello Stato siano sotto controllo, ma è un obbiettivo che deve tenere in considerazione la situazione contingente e non deve essere perseguito a tutti i costi! Che senso avrebbe avuto per il nostro Stato in questi ultimi due anni, caratterizzati da una fortissima insicurezza sociale ed economica, non spendere e non indebitarsi per sostenere le persone, le famiglie, l’economia?

Un esercizio di controllo dei conti privo di una precisa visione politica rischia di colpire gli enti sociosanitari, la scuola, i trasporti, la sicurezza e i servizi amministrativi che offrono servizi indispensabili alle persone, alle famiglie e alle aziende.

Per questo l’Ocst sosterrà il NO nella votazione del prossimo 15 maggio.

Roberto Cefis, sindacalista Ocst

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