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'Rapporto Kpmg: una visione agghiacciante dell'AET'
Redazione
17 anni fa
Eros Mellini

La polemica sorta attorno alla fuga di notizie dalla Commissione per il controllo del mandato AET, da parte del commissario Rodolfo Pantani, ha a nostro avviso avuto un risvolto positivo nella misura in cui sapremo approfittare di questa opportunità per dare un deciso colpo di gas agli approfondimenti in corso per chiarire una situazione che la - seppur dovuta – riservatezza, la stretta osservanza del segreto di funzione e tutte le usuali misure messe in atto per salvaguardare dei segreti che risultano poi essere di Pulcinella, impediscono od ostacolano in maniera grave. Nella fattispecie, con tutta la consapevolezza che si tratta di un rapporto intermedio e che la fuga di notizie non sarebbe dovuta accadere, riteniamo che il rapporto della KPMG dia una visione agghiacciante della situazione di degrado cui si è lasciata cadere l’AET sotto la responsabilità di chi sedeva nel Consiglio d’amministrazione sotto la precedente presidenza. Soprattutto, certe affermazioni del rapporto danno adito ad un forte e legittimo sospetto che certe situazioni non siano frutto di semplice incompetenza, bensì potrebbero essere causate da vere e proprie malversazioni. Noi riteniamo che, per fare chiarezza nel lasso di tempo più breve possibile, sussistano gli estremi perché il Consiglio di Stato debba passare l’incarto – compreso quindi il rapporto della KPMG – al Ministero pubblico affinché venga avviata una procedura di carattere penale, e in questo senso l’invitiamo ad agire. Siamo poi dell’opinione che la responsabilità primaria di quanto successo sia da attribuire al Consiglio d’Amministrazione che ha mancato totalmente al suo mandato di controllo sull’attività della direzione di AET. Non è normale che – a causa di consiglieri d’amministrazione eletti per colore partitico, ma totalmente ignoranti della materia che sono chiamati a trattare – si debbano creare delle commissioni per un controllo che dovrebbe essere esercitato seriamente ed efficacemente dallo stesso CdA. Noi riteniamo perciò che il Consiglio di Stato debba attivarsi concretamente e celermente, affinché gli amministratori – quelli che hanno con la loro inettitudine dato il loro tacito consenso al malandazzo che emerge sempre di più in questo frangente – abbiano ad essere, volontariamente o in modo coatto, allontanati da funzioni che hanno dimostrato di non saper svolgere. Contestiamo poi categoricamente la posizione assunta dai vertici di AET a seguito della divulgazione del rapporto di KPMG, secondo la quale alla commissione di controllo del mandato AET non forniranno più alcuna informazione confidenziale. Pur comprendendone la motivazione, riteniamo che innanzitutto non tocchi al CdA di AET decidere cosa debba essere messo a disposizione di una commissione preposta al suo controllo; in secondo luogo, il coperchio è ormai stato tolto e adesso ci conviene vuotare e pulire la pentola al più presto, senza remore sospette e nella massima trasparenza. Per il Gruppo UDC in Gran Consiglio: Eros Mellini, Gabriele Pinoja, Marco Chiesa, Pierre Rusconi

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