Andrea Rigamonti
PoLuMe: cosa sta succedendo?
© Andrea Rigamonti
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Redazione
un anno fa
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Il progetto PoLuMe, che riguarda tra le altre cose la realizzazione di una terza corsia dinamica, ha il suo perimetro d’opera tra la galleria di Gentilino-Collina d’Oro ed il Comune di Melano.

L’obiettivo di USTRA è di rendere utilizzabile la corsia d’emergenza (terza corsia) durante le ore di punta al mattino e la sera, in modo tale da fluidificare il traffico. Il progetto ha ottenuto il benestare del Consiglio di Stato ed il preavviso positivo, con riserva, della Commissione regionale dei trasporti nel 2020.

Partendo da quanto sopra descritto, osservo come le circostanze alla base della decisione del 2019 sono radicalmente mutate. Nel corso degli anni successivi le Autorità federali ed USTRA hanno preso delle decisioni che invece di risolvere il problema del traffico, creano le condizioni per la concretizzazione, a tutti gli effetti, della terza corsia tra Lugano-Nord e Chiasso.

Innanzitutto la decisione, nel gennaio 2022, del Consiglio federale di declassare definitivamente il completamento del tratto autostradale tra Stabio e Gaggiolo che, al contrario, avrebbe permesso ai veicoli in arrivo proprio da nord di uscire rapidamente verso l’Italia. Allo stato attuale quest’opera non ha una data di realizzazione.

In seconda battuta il Consiglio federale, nel giugno 2022, ha messo in consultazione la nuova Strategia ferroviaria 2050 dove non prevede ancora il completamento di Alptransit a sud di Lugano, che poteva essere una valida alternativa al traffico autostradale: addirittura la realizzazione non è prevista prima del 2050.

In terzo luogo, sempre nel mese di giugno 2022, USTRA ha pubblicato i piani per la realizzazione, tra l’altro, di una corsia dei Tir tra Mendrisio e Balerna, oltre che l’allargamento del viadotto Riale di Villa, in località Coldrerio. Per quanto riguarda la corsia Tir, il progetto prevede l’ampliamento dell’attuale carreggiata in alcuni punti di oltre tre / quattro metri, insieme all’esecuzione di muri di contenimento a Novazzano, nei pressi del Parco della Valle della Motta, dell’altezza di quasi 10 metri. Questa opera, che USTRA ipotizza di completare nel 2028/2030, alla luce delle recenti decisioni dell’Amministrazione federale delle dogane di voler digitalizzare il processo di attraversamento dei camion al confine, non si giustifica più in alcun modo: la diretta conseguenza è che la corsia Tir verrà trasformata in terza corsia. Lo stesso vale per l’allargamento del viadotto Riale di villa che il progetto prevede di allargare di ulteriori metri così che potrà ospitare una nuova corsia rispetto alle due odierne.

Infine è notizia dell’ottobre 2022 che USTRA ha terminato i lavori di manutenzione del viadotto Campaccio (zona tra Mendrisio-San Martino e Capolago), direzione sud-nord, dove è possibile osservare che la carreggiata del viadotto è stata allargata di qualche metro in modo da accogliere, anche in questo caso, la futura terza corsia (si può verificare su google map).

Alla luce delle circostanze che ho appena descritto è evidente che USTRA sta realizzando, mediante una combinazione di singole opere, la terza corsia su tutta la tratta, da Lugano Nord, sino a Chiasso, passando da Mendrisio, senza però compiere gli adeguati accompagnamenti ambientali e strutturali che un’opera di questo tipo necessiterebbe. La terza corsia effettiva, allo stato attuale, generà intasamenti nel luganese al mattino e nel Mendrisiotto la sera. Di tale circostanza dovrebbe rendersene conto anche il Consiglio di Stato, che se sì nel 2019 aveva aderito al progetto PoLuMe, ora deve avere il coraggio di reagire a quanto ambiguamente l’Autorità federale sta propinando ai cittadini del Luganese e Mendrisiotto, soprattutto alla luce della discussione del 21 novembre 2022 del Gran Consiglio che ha portato ad un nulla di fatto.

Andrea Rigamonti, Candidato PLR al Consiglio di Stato e al Gran Consiglio

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