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Piero Marchesi - Rete Tram-treno, il tempo per giocare è finito
Foto Fiorenzo Maffi
Foto Fiorenzo Maffi
Redazione
4 anni fa

L’editoriale di Fabio Pontiggia di lunedì 3 agosto intitolato “Ecologisti che perdono il treno e la bussola” mette ben in evidenza le contraddizioni e l’ipocrisia con cui le varie associazioni ambientaliste ostacolano il progetto Tram – treno del luganese. Sostengono di non combattere l’idea progettuale, anzi la sosterrebbero, ma chiedono il mantenimento della linea in collina, più precisamente la tratta che oggi passa da Agno e sale verso la stazione FFS di Lugano, transitando da Muzzano e Sorengo. Questa insistente richiesta, che è in evidente contrapposizione con il progetto ora in fase di pubblicazione, qualora venisse mantenuta e portata nelle diverse istanze ricorsuali, farebbe cadere il progetto così come presentato e sostenuto da Comuni, Ente regionale e partiti. O quantomeno ne posticiperebbe di diversi anni la sua esecuzione. Questo è il reale pericolo. Viviamo fortunatamente in un paese dove la democrazia e lo Stato di diritto sono i cardini portanti della nostra società, spesso diventano però anche un ostacolo per i progetti di interesse pubblico. Quanti progetti viari e infrastrutturali sono stati rallentati e poi messi nel cassetto perché la via procedurale ha incontrato opposizioni, ricorsi e rivendicazioni pretestuose? Quanti progetti che avrebbero dato una risposta concreta e tangibile ai problemi della mobilità del nostro Cantone si sono persi nelle procedure della democrazia? Il Malcantone, regione nella quale vivo, attende risposte concrete ai problemi della mobilità da almeno 40 anni. Prima le gallerie, poi la circonvallazione e poi la rete Tram – treno. Progetti lungimiranti che avrebbero dovuto essere realizzati decenni fa e che avrebbero permesso alla mia regione di non soffocare nel traffico, evitando inoltre lo spopolamento dei Comuni più remoti. Il Consigliere di Stato Claudio Zali, con il sostegno delle Istituzioni cantonali, sta portando avanti con decisione progetti che daranno finalmente delle risposte a una regione che attende da troppo tempo. Ora che finalmente siamo al dunque e che i progetti hanno intrapreso la via della realizzazione, l’ennesima opposizione pretestuosa mette a rischio l’esecuzione di un opera, che oltre al Malcantone offrirà un miglior servizio pubblico a tutto il luganese. Va ricordato che per gli attuali utenti della linea in collina il servizio di trasporto verrà garantito. Infatti, in sostituzione del tram, è previsto un servizio di trasporto pubblico su gomma addirittura più capillare. Il progetto, nel caso venisse modificato, verosimilmente non godrebbe più del sostegno finanziario già determinato dalle Camere federali. Nella sua presa di posizione del 2 ottobre 2019, l’Ufficio federale dei Trasporti (UFT) afferma “Se il Parlamento cantonale ticinese decidesse di mantenere la tratta esistente, l’UFT dovrebbe attualizzare l’analisi macroeconomica considerando i costi di mantenimento, manutenzione e rinnovo della tratta originaria e rendere conto della nuova valutazione al Parlamento federale nell’ambito del rapporto sullo stato della rete ferroviaria nel 2022. Alla luce di questa nuova situazione, il Parlamento federale potrebbe modificare la sua decisione di realizzare la nuova tratta Bioggio – Lugano centro.” È dunque chiaro, anzi chiarissimo, che le opposizioni delle varie associazioni ambientaliste finiranno per far cadere tutto il progetto o quantomeno provocheranno un forte rallentamento. 240 milioni di Franchi di sussidi messi a rischio dall’irragionevolezza di associazioni che - come ben segnalava Pontiggia nel suo editoriale - si sono spesso contraddistinte nell’ostacolare progetti rivoluzionari per la mobilità pubblica e per l’ambiente. Negli anni ’90 ostacolarono AlpTransit, ora la rete Tram Treno. Opporsi al progetto in pubblicazione è certamente un loro diritto, si assumano però anche la responsabilità – pesantissima - di mandare gambe all’aria un progetto moderno, efficace e di assoluta importanza per una regione di 150’000 persone.

Piero Marchesi
Presidente cantonale e Consigliere nazionale UDC

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