
Siamo ormai alla ripresa dell'attività politica e mi preme esporre qualche personale considerazione in merito allo scenario che si profila da noi in tema di fusioni comunali. Quale cittadino di Capriasca non posso infatti che guardare con grande preoccupazione al previsto accorpamento cosiddetto della Collina Nord, che vorrebbe aggregare i Comuni di Cadempino, Canobbio, Comano, Cureglia, Massagno, Origlio, Ponte Capriasca, Porza, Savosa e Vezia. Ciò non tanto perché, fortunatamente, non facciamo parte di questo sbilenco progetto ma in quanto qualora fosse effettivamente realizzato comporterebbe uno snaturamento della realtà territoriale della nostra regione.
Pure deludente l'atteggiamento del Cantone, che sembra aver assunto quest'idea di fusione (leggi Piano cantonale delle aggregazioni) con distacco o per lo meno senza dar prova di un disegno congruente. Fortunatamente nulla vieta ancora di valutare e proporre altre possibili varianti. Ora, guardando i risultati delle ultime votazioni, ben si comprende come i Comuni della cintura azzurra spingano fortemente in questa direzione. Oltre all'indubbio interesse partitico, ancor più lo si capisce se si pensa che l'alternativa per alcuni di essi sarebbe probabilmente l'accorpamento con Lugano. Scontato quindi puntare ad un'aggregazione verso nord cercando di coinvolgere altre entità per edulcorarne un poco la forma ma a conti fatti salvaguardarne la sostanza.
Ma tornando all'aspetto territoriale, che più mi sta a cuore, spiace constatare come realtà a noi vicinissime quali Ponte Capriasca e Origlio, geograficamente e culturalmente da secoli facenti parte della Pieve, possano condividere una tale impostazione. Al di là da ogni altra considerazione, ben diversa sarebbe infatti la loro forza nell'ambito di un'aggregazione con Capriasca in quanto ne rappresentano circa la metà della popolazione. Vero è che esiste una sensibile differenza nei rispettivi moltiplicatori d'imposta ma altrettanto vero che Capriasca, frutto della fusione fra 9 Comuni, sta profondendo uno sforzo enorme nel recupero infrastrutturale, che andrà ragionevolmente a concludersi a medio termine. Il moltiplicatore non va quindi visto come un dato statico ma dinamico e va giudicato in funzione della qualità delle infrastrutture e del ventaglio dei servizi offerti alla popolazione. Il carico fiscale dei contribuenti di Capriasca non potrà di conseguenza che ridursi progressivamente: prova ne sia che già il 2017, nonostante i notevoli sforzi negli investimenti, è stato chiuso con un solido avanzo d?esercizio e le previsioni per l'anno in corso sembrano confermare questa tendenza.
Mi auguro pertanto che le autorità di Ponte Capriasca e Origlio possano nei prossimi mesi riconsiderare le loro posizioni e per lo meno valutare anche un'opzione Capriasca. Oso da ultimo ancora rivolgere un pensiero ai vicini di Comano e Cureglia, pure toccati dalla problematica delle fusioni, con i quali condividiamo già alcuni servizi comunali. Ovvio che la loro influenza in un'ipotetica futura aggregazione verso Capriasca sarebbe considerevole e determinante per gli equilibri a lungo termine dell'intera regione. Assieme formeremmo infatti un agglomerato con oltre 13000 abitanti, un paesaggio di altissimo pregio, eccellenti infrastrutture e un grande potenziale di crescita e benessere per i nostri cittadini. Fantapolitica questa? Può darsi, ma avere visioni a lungo termine per offrire un avvenire in piena autonomia ai nostri figli e nipoti è lecito oltre che doveroso.
Piergiuseppe Vescovi Municipale di Capriasca
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