Fabio Monti
Ottanta all’ora. La velocità della burocrazia
©Gabriele Putzu
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Redazione
2 giorni fa
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La proposta di ridurre a 80 km/h la velocità su tutta l’autostrada ticinese nasce da buone intenzioni, ma rischia di rallentare non solo il traffico, bensì il pensiero.

C’è un paradosso che attraversa il nostro tempo: più la tecnologia promette soluzioni intelligenti, più la politica sembra rispondere con regole semplici. L’ultima proposta dell’USTRA fissare a 80 km/h il limite su tutta l’autostrada ticinese per “evitare le colonne” ne è l’esempio perfetto.

L’idea parte da un principio teorico corretto: una velocità uniforme può ridurre le turbolenze del traffico. Ma la teoria non è la realtà. Le autostrade non sono laboratori, sono organismi vivi. E negli organismi vivi, gli automatismi rigidi generano spesso l’effetto opposto: più frenate, più nervosismo, più congestione.

Chi percorre ogni giorno la A2 sa che il problema non è la velocità, ma l’imprevedibilità: cantieri mal segnalati, rampe di accesso sature, corsie chiuse, uscite improvvise. In un sistema così complesso, imporre un limite uniforme rischia di essere una scorciatoia amministrativa: un gesto che rassicura, ma non risolve.

La congestione non nasce dal piede destro, ma da una regia inefficiente. Gli ingorghi si formano perché i flussi non vengono gestiti prima che si incontrino. Altri Paesi lo hanno capito: in Olanda, Germania e Regno Unito, sensori e algoritmi regolano la velocità in tempo reale. Non rallentano per principio, ma quando serve. È la differenza tra una società che usa la tecnologia e una che la teme.

Il Ticino non ha bisogno di più cartelli, ma di più intelligenza gestionale. Abbiamo i dati, i sistemi, la competenza per gestire il traffico in modo predittivo, coordinando rampe, segnaletica e flussi. La soluzione non è l’ennesimo limite, ma un’infrastruttura capace di pensare.

Perché il controllo non è gestione, e la lentezza imposta non è sicurezza. La modernità non è rallentare per rassegnazione, ma muoversi meglio, insieme, con responsabilità e fiducia.

Non si tratta di correre di più: si tratta di pensare più veloce.

Fabio Monti, Presidente distrettuale PLR Lugano

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