
Il prossimo 28 settembre si voterà sulla legge sull’e-ID con la quale si prevede l’introduzione di una carta d’identità elettronica. Si tratta di una nuova versione di una legge già respinta dal popolo nel 2021 (come peraltro suggerito allora anche dal nostro Partito).
Benché il testo sottoposto al voto mantenga una formulazione ancora piuttosto ambigua al suo art. 1 cpv. 2 lit. b circa il ruolo delle aziende private, il fatto che l’e-ID potrà essere rilasciata esclusivamente dalla Confederazione è un miglioramento rilevante che garantisce un essenziale primato dell'ente pubblico sui privati. Come Partito Comunista apprezziamo questo aspetto in quanto potenzialmente capace di conferire maggiore trasparenza, stabilità e riservatezza alle soluzioni informatiche.
E tuttavia i problemi continuano ad essere notevoli:
1) Non è garantito che l’e-ID resti facoltativa: oltre a non essere menzionato esplicitamente nel testo di legge, sono previsti dei costi per coloro che si ostineranno a non usare l’e-ID.
2) Le aziende private, e fra loro le grandi multinazionali, potranno utilizzare l’e-ID durante le transazioni o nell’uso delle loro piattaforme informatiche: la raccolta a fini commerciali di dati personali, incluse immagini facciali non sarà insomma limitata.
3) Non si può escludere a priori che i dati biometrici 3D possano essere utilizzati a fini di sorveglianza nello spazio pubblico o, peggio ancora, di controllo sociale. Il fatto che la gestione dell'e-ID sarà affidata alla Polizia federale, che nel nostro Paese si occupa anche del controllo politico, è preoccupante: dopo lo scandalo delle schedature delegare a un corpo di polizia giudiziaria un incarico così delicato per la sfera personale dei cittadini è al limite del provocatorio. Non abbiamo garanzie che in futuro, visto gli irrigidimenti securitari che vediamo nell'UE, per isolare soggetti politicamente scomodi non si disattivi la loro identità elettronica limitandone gli spostamenti o l'accesso a determinati servizi.
Benché non contrario di principio alla digitalizzazione e ben comprendendo la comodità per i cittadini nel disporre di un identificativo elettronico unico per accedere ai dati personali (conti correnti, assicurazione malattia, ecc.), il Partito Comunista, a maggioranza, non ritiene sufficiente le garanzie democratiche di questa legge e invita quindi a votare NO.
Partito Comunista