Quando ero a scuola, i miei genitori mi hanno sempre incoraggiato a dare il massimo. Come molti scolari, avevo interessi che mi distraevano dagli studi, ma sapevo che era importante non restare indietro. Mi preoccupavo quando i miei risultati scolastici non erano all'altezza delle aspettative, consapevole che avrei potuto fare di meglio. Non volevo essere tra gli ultimi della classe.
Questi ricordi mi sono tornati in mente nelle ultime settimane, con l'inizio del dibattito sulla riforma fiscale cantonale. Inizialmente, pensavo che chi la promuoveva avesse ambizioni molto elevate, un po’ come i genitori, quasi come voler trasformare il nostro cantone in un piccolo paradiso fiscale. Tuttavia, approfondendo la questione, ho capito che l'obiettivo è più realistico: migliorare la nostra posizione fiscale, uscendo dal fondo della classifica dei cantoni svizzeri.
Il Ticino, purtroppo è tra i peggiori quando si tratta di tassare il capitale del secondo pilastro che un lavoratore risparmia per una vita intera. Anche per quanto riguarda le deduzioni per le spese professionali e determinate situazioni al momento della successione aziendale, siamo in coda. E per i grandi contribuenti? Anche qui siamo tutto tranne che attrattivi, il che mi sembra di capire abbia allontanato negli ultimi anni vari buoni pagatori di imposte. Un vero peccato.
Spero fortemente che i cittadini del nostro cantone ambiscano a non restare fra gli ultimi della classe, ma considerino di portare il Ticino almeno nella media degli altri cantoni. Non un paradiso fiscale, ma nemmeno un luogo che allontana proprio coloro che più di altri finanziano i compiti crescenti dello Stato. E per questo è importante votare Sì il 9 giugno, anche per non vederci aumentato di un altro 3% le imposte. Non ai ricchi, ma a noi tutti.
Giorgio Gaffuri - Direttore Gaffuri Piastrelle SA