
Diciamo subito a scanso di equivoci che nessuno contesta la necessità del nodo intermodale di Muralto, né che esso possa e debba essere migliorato rispetto alla situazione attuale. È importante fare questa premessa perché, leggendo le prese di posizione dei favorevoli, si potrebbe essere portati a credere che i contrari vogliano sopprimere le partenze dei bus da Muralto. Inoltre si raccontano molte fesserie: per esempio quando alcuni sindaci o abitanti delle Valli affermano che occorrerebbe pensare anche all’utilità per le Valli e non solo a un piccolo quartiere di Muralto, oppure quando alcuni fautori coûte que coûte dei mezzi pubblici affermano che occorre finalmente migliorare l’efficienza e la fluidità dei trasporti pubblici; costoro dovrebbero spiegare perché il proposto nuovo nodo intermodale migliorerebbe la fluidità e l’efficienza dei collegamenti con le Valli! Perché in effetti non solo ciò non è affatto dimostrato, ma questo tanto decantato “nodo intermodale” non risolverebbe per nulla i rallentamenti del traffico in viale Stazione a Muralto, in quanto nella progettazione non si è voluto prevedere l’unica misura che avrebbe potuto alleviarli: un sottopassaggio pedonale di cui tutti gli utenti del traffico locarnese vedono la necessità. Inoltre i fautori della proposta in votazione dovrebbero dimostrare – in quanto le persone con un po’ di raziocinio se lo chiedono – perché mai facendo circolare i bus sotto la stazione (e facendoli in parte arrivare o partire tramite viale Cattori e l’imbocco del lungolago di Muralto) – il traffico verrebbe fluidificato? Infatti, questi bus dovrebbero poi comunque immettersi nella strada principale al semaforo del debarcadero, motivo per cui il traffico sarebbe comunque sempre sovraccaricato e/o rallentato: si dovrà presumibilmente dare loro la priorità con un minutaggio più lungo in entrata o in uscita dal lungolago di Muralto, riducendo corrispettivamente il tempo dato al traffico circolante su viale Balli / via Stazione…..
Ma i due motivi più importanti che personalmente mi inducono a votare No sono i seguenti:
1- Non è concepibile che per allestire un nodo intermodale della stazione si vada a fare scempio del tratto iniziale del lungolago di Muralto, uno dei pochi angoli ancora in qualche misura attrattivo di Locarno-Muralto, perché abbellito da viali d’alberi e giardini pubblici e che inoltre è un punto di ritrovo pure per un nutrito traffico pedonale, occasionato dagli utenti dei battelli e dei ristoranti della zona ma anche semplicemente da gente che vuole passeggiare sul lungolago. Inoltre anche nel viale che sale verso la Stazione, per non parlare della piazza sotto la stessa, si darebbe luogo una “selva” sterminata di bus, che non sarebbero un bel vedere e svilirebbero l’edificio della stazione recentemente restaurato. D’accordo: anche i posteggi attuali non sono molto esaltanti, ma perlomeno ci sono ancora degli alberi, che rendono gli esercizi pubblici esistenti un punto di ritrovo ancora attrattivo.
Condivido in parte quanto scritto dall’avv. Mauro Belgeri su LaRegione dell’11 giugno, e cioè che il Comune di Muralto non è stato molto esemplare nel favorire uno sviluppo urbanistico di qualità e purtroppo ha lasciato scomparire negli scorsi anni parecchie testimonianze architettoniche di pregio, sostituite spesso da una edilizia dozzinale e speculativa. Tuttavia non ritengo che questa sia una ragione sufficiente per distruggere definitivamente, con un progetto pubblico dall’impatto devastante, quel poco che resta dell’identità e della qualità di vita muraltese!
2- Si può votare No al progetto in votazione con tranquillità di coscienza, in quanto ci sono delle alternative possibili e a portata di mano. Come i referendisti hanno sempre sottolineato, c’è l’area a nord della stazione (ovvero la sterminata spianata d’asfalto a lato della stazione FFS e sopra quella della Centovallina), che appare come predestinata ad accogliere una efficiente stazione di partenza dei bus. Come è stato più volte detto, la stazione dei bus potrebbe essere approntata al piano terreno o parzialmente interrata, mentre sopra vi si potrebbero inserire altri contenuti. Senza con questo volere andare a costruire mega-progetti faraonici e speculativi, come quello bloccato qualche anno fa dall’autorità cantonale! Ovviamente sarebbe auspicabile una architettura di qualità per questa eventuale edificazione, ma questo è un altro discorso che esula dalla questione del nodo intermodale.
In realtà il problema soggiacente, che forse spiega questo progetto bislacco di nodo intermodale, è la brama speculativa dei proprietari dell’area citata a nord della stazione (nel caso specifico: le FFS e non so se anche le FART), che vogliono massimizzarne il rendimento edificatorio e all’uopo se ne infischiano di eventuali necessità intermodali dei trasporti pubblici. Ma le autorità pubbliche, comunali e cantonali, non dovrebbero avallare acriticamente i desiderata delle FFS e dovrebbero far capire loro che ci sono delle esigenze di interesse pubblico su quell’area (perdipiù attinenti ai trasporti pubblici), che vanno considerate in priorità. L’autorità pubblica, responsabile della pianificazione territoriale, non dovrebbe mai degradarsi al ruolo di mero “servo” di interessi speculativi privati (poco importa che sia il Pinco Pallino di turno o che sia una ex regìa federale come le FFS).
Per terminare non si può non accennare a un ulteriore “argomento” dei favorevoli (che è al solito il “mantra” dei menatoroni ministeriali): il pericolo della perdita dei sussidi federali. Quante volte l’abbiamo sentito profferire tale argomento? Per i due inceneritori negli anni ’90, per il Tram-Treno luganese (che implica la soppressione della linea di collina della Lugano-Ponte Tresa), eccetera. E ogni volta, immancabilmente, la deputazione ticinese a Berna riuscì sempre a salvare tali sussidi, procrastinando il termine per l’ottenimento degli stessi. È un “argomento” talmente trito e ritrito che ormai appare logoro e, di fatto, lo si potrebbe definire l’argomento acchiappa-sciocchi.
Paolo Camillo Minotti