Partito Comunista
No agli accordi bilaterali III: i sindacati non cedano all’élite europeista!
©Chiara Zocchetti
©Chiara Zocchetti
Redazione
un giorno fa
Il presente contributo è l’opinione personale di chi lo ha redatto e non impegna la linea editoriale di Ticinonews.ch. I contributi vengono pubblicati in ordine di ricezione. La redazione si riserva la facoltà di non pubblicare un contenuto o di rimuoverlo in un secondo tempo. In particolare, non verranno pubblicati testi anonimi, incomprensibili o giudicati lesivi. I contributi sono da inviare a [email protected] con tutti i dati che permettano anche l’eventuale verifica dell’attendibilità.

Gli accordi bilaterali III, come ha peraltro ammesso anche il prof. Pascal Sciarini dell’Università di Ginevra, non sono altro che la riproposizione del famigerato “accordo quadro” che imponeva alla Svizzera la ripresa passiva delle leggi dell’UE peraltro mai votate democraticamente. La risicata decisione odierna del Consiglio federale (4 ministri fra cui Cassis contro 3) di sottoporre gli accordi con l’UE solo al referendum facoltativo e non a quello obbligatorio è un abominio a dimostrazione che l’élite svendipatria che ha preso in ostaggio Palazzo federale ubbidisce ciecamente a Bruxelles: gli accordi internazionali andrebbero infatti sempre sottoposti al vaglio popolare senza necessità di raccogliere le firme. Ma qui si tratta di uno stratagemma per eludere il principio della “doppia maggioranza” così da favorire l’élite europeista che inizierà una martellante campagna di propaganda sui media, nelle scuole e nelle caserme per indottrinare anzitutto i giovani. Il PSS e i Verdi stanno a loro volta spingendo i sindacati a piegarsi ai diktat dell’UE contro l’interesse dei lavoratori: il Partito Comunista invece ribadisce la sua opposizione a questo nuovo accordo quadro e sollecita i lavoratori a imporsi nei loro sindacati e a costruire il più ampio fronte unito per fermare questo nefasto e anti-sociale processo di sottomissione della Confederazione all’Unione Europea. Questi accordi bilaterali III produrranno infatti un'ulteriore liberalizzazione economica con conseguente privatizzazione dei servizi pubblici e serviranno a bypassare il controllo democratico diretto del popolo svizzero.

I tag di questo articolo