
L’autosilo Motta oltre ad essere utile per gli spostamenti in città con il suo ascensore è singolare per una ragione: i parcheggi riservati alle donne. Di primo acchito qualcuno potrebbe lodare il principio, il quale tenderebbe a evitare determinate situazioni criminali. In realtà ciò che si evince è lo specchio di una società ambivalente.
A risultare preoccupante, in particolare, è la riflessione che sta alla base della preferenza femminile nei parcheggi coperti. Dove invece di prevenire e impedire le violenze sulle donne si legittima implicitamente un comportamento errato. Piuttosto di punire chi sbaglia, o fare in modo che questi non sbaglino, si invita le donne a evitare i rischi, a nascondersi, a fuggire in fretta. Perché in fin dei conti rappresentano il gentil sesso, sono vulnerabili.
Ed è proprio questa declinazione benevole del maschilismo a portare con sé alcune insidie. Paragonabili ad altre forme di discriminazione più manifeste. 'Poverina l'hanno stuprata? Certo che si vestiva in modo provocante'. Un’ideologia opaca: da un lato presuppone che l’eguaglianza di genere sia stata raggiunta e dall’altro continua a perpetuare distinzioni su scala meno evidente.
Una visione alterata che rappresenta l’uomo come 'indipendente, energico, coraggioso', mentre la donna risulta piuttosto 'sensibile, emotiva, sognatrice'. Il paternalismo moderno tende a definire le donne quali esseri preziosi (da proteggere quando necessario). Positive sì, ma pur sempre subalterne in alcune estensioni. Per il loro bene. Il bisogno di sicurezza, caratterizzato dalla soggettività, è il pretesto conseguente che conduce alla discriminazione positiva.
Talvolta si tende a credere che uno spazio circoscritto sia più pericoloso di uno spazio aperto. In Germania esistono autosili della stessa tipologia. Tuttavia le violenze al loro interno non avvengono con maggiore frequenza rispetto a qualsiasi altro luogo. Va detto, i posteggi riservati alle donne favoriscono una categoria di persone: i malintenzionati. Vuoi stuprare? Sai dove andare.
L’uguaglianza non passa attraverso forme di tutela o quote rosa. Queste ultime non sono che una nuova declinazione della galanteria. Il paternalismo latente - semplificato in 'la donna va amata e protetta' - e le logiche binarie di genere sono obsolete e non favoriscono i cambiamenti. Il valore delle persone in ogni caso non è definito da sesso, provenienza, età o religione, ma dalle azioni da loro svolte.
Nick Meili, candidato PLR al Consiglio comunale di Lugano
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