Nicolò Tartini
“Neutralità significa difendere i diritti dei più deboli”
Redazione
un giorno fa
Il presente contributo è l’opinione personale di chi lo ha redatto e non impegna la linea editoriale di Ticinonews.ch. I contributi vengono pubblicati in ordine di ricezione. La redazione si riserva la facoltà di non pubblicare un contenuto o di rimuoverlo in un secondo tempo. In particolare, non verranno pubblicati testi anonimi, incomprensibili o giudicati lesivi. I contributi sono da inviare a [email protected] con tutti i dati che permettano anche l’eventuale verifica dell’attendibilità.

Era il 2023 e, nella sede principale dell’ONU di New York, e il consigliere federale Ignazio Cassis proclamava: “Neutralità non vuol dire indifferenza nei confronti delle violazioni del diritto internazionale”. Di principio, queste parole sono comprensibili: una neutralità coerente è giusta e capace di non voltare le spalle ai popoli oppressi. Ma questa neutralità è un equilibrio delicato e deve essere mantenuta con estremo riguardo.

Cosa che il nostro governo non ha alcuna intenzione di fare. Infatti, due anni e mezzo più tardi, l’ONU ha dichiarato la carestia in Palestina, una carestia che, cito, è “interamente provocata dall’uomo”. Questa carestia, causata dal reiterato blocco degli aiuti umanitari da parte di Israele, non è una sorpresa: negli ultimi quasi due anni di massacri, la direzione intrapresa dallo Stato israeliano era — ed è tuttora — sotto gli occhi di tutti.

Il genocidio. Le armi: guerra e fame.

E cosa ha fatto il nostro fiero Consiglio federale, che tanto non tollera le violazioni del diritto internazionale?

Ha invocato la neutralità!

Mentre il ministro della difesa israeliano proclama di distruggere — e distrugge — intere città. Mentre lo Stato israeliano decide di annientare l’ipotetica soluzione di due stati con le sue colonie e, nel frattempo, il suo esercito spara contro gli operatori sanitari, rendendo Gaza la località più pericolosa al mondo per essere un operatore umanitario. Mentre chi si oppone viene accusato di antisemitismo, di terrorismo o di tradimento. E, se non bastasse, continua a umiliare e a uccidere civili affamati, obbligati a recarsi in quattro miseri centri di distribuzione di cibo in una località che conta (o contava?) due milioni di abitanti.

Si invoca la neutralità. No! Non si invoca la neutralità, si invoca proprio quell’indifferenza che non dovrebbe esistere.

Si agisce tagliando i fondi all’UNWRA, si agisce non sanzionando Israele, si agisce non riconoscendo lo Stato palestinese.

Ma siamo onesti: non è incoerenza. Perché in questo conflitto il nostro governo non è neutrale. Il nostro governo si preoccupa di bloccare manifestazioni pacifiche o conferenze umanitarie e, nel frattempo, continua a commerciare e a voler comprare armamenti dallo Stato israeliano.

Per il nostro governo, neutralità vuol dire ipocrisia nei confronti delle violazioni del diritto internazionale, applicandola solo quando sono i nostri alleati a commettere le barbarie.

Per questa ragione è nostro dovere riprenderci la vera neutralità, quella che il nostro governo ha tradito e ridotto a farsa. Una neutralità coerente, che non chiude gli occhi davanti ai crimini, che non teme di chiamare le cose col loro nome e che non si piega agli interessi dei più forti. È per questo che diventa essenziale votare SÌ all’iniziativa popolare per la salvaguardia della neutralità: per restituire dignità alla nostra politica estera, per difendere i principi di giustizia internazionale e per non essere complici del silenzio.

 

Nicolò Tartini
membro del Partico Comunista

I tag di questo articolo