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Moreno Colombo - La legittima difesa e il PLRT
Redazione
3 anni fa

Lo scorso anno i ticinesi avevano respinto con il 50,26% di voti contrari l’iniziativa intitolata “le vittime di aggressione non devono pagare i costi di una legittima difesa”, del cui comitato faccio parte. A determinare quel risultato negativo contribuì l’informazione fuorviante fatta dal Consiglio di Stato e dal Parlamento, i quali, nell’opuscolo informativo, avevano sostenuto in maniera categorica e tassativa che l’iniziativa non era conforme al diritto federale anche perché, a loro dire, creava delle disparità di trattamento (sottintendendo con questa espressione che essa violava l’uguaglianza giuridica garantita dalla Costituzione). Così facendo essi avevano “infuenzato i cittadini in maniera inammissibile, perché era stato loro sottaciuto che si trattava di semplici dubbi e perplessità e non di fatti o elementi obiettivi, e una parte di loro era dunque stata indotta a credere che un voto favorevole all’iniziativa non avrebbe avuto un gran senso”, come si legge nella sentenza del Tribunale federale che, accogliendo un ricorso di Giorgio Ghiringhelli, aveva clamorosamente annullato la votazione.

Adesso si deve dunque rivotare sull’argomento, e sarà interessante vedere se i cittadini, ora che sanno di essere stati gabbati dalle Istituzioni, coglieranno l’occasione per ribaltare il risultato. Prima della votazione dello scorso anno avevo criticato il comitato cantonale del PLRT che, con decisione presa praticamente all’unanimità, aveva invitato i cittadini a votare contro l’iniziativa proprio basandosi in parte sulle stesse argomentazioni governative (difese nei dibattiti televisivi dal deputato PLR Giorgio Galusero) definite poi dai giudici di Losanna “non oggettive, né complete, né accurate e in parte tendenziose”. Spero che questa volta, facendo doverosa ammenda dopo quella figuraccia, i vertici del PLRT si dimostreranno più sensibili alle esigenze di quei 40’826 cittadini (fra cui molti elettori del PLRT) che, malgrado la disinformazione di Stato, avevano sostenuto l’iniziativa. Del resto già prima della votazione dello scorso anno l’ex-deputato PLR Franco Celio aveva scritto sulla Regione che “contro l’iniziativa vengono sollevate solo obiezioni che appaiono piuttosto pretestuose”.

Contrariamente a quanto sostengono il Governo e gli avversari dell’iniziativa, la stessa non rischia di incentivare i cittadini a farsi giustizia da sé, perché essa non tocca il Codice penale e si limita a chiedere che lo Stato si assuma i costi dell’avvocato di fiducia solo per quelle persone che vengono assolte per reati commessi in stato di legittima difesa, e non per coloro che vengono condannati per eccesso di legittima difesa. A quegli esponenti del mio partito che, per impaurire i cittadini, evocano il Far west, vorrei ricordare che nel 2016, quando sedeva ancora in Consiglio nazionale, il consigliere federale PLR Ignazio Cassis, aveva sottoscritto una mozione di Lorenzo Quadri che chiedeva di modificare il Codice penale nel senso di potenziare il diritto alla legittima difesa per chi è aggredito in casa propria. Ci sono ancora politici, nel PLRT, che sanno “ascoltare” la popolazione...

Moreno Colombo, copromotore PLR dell’iniziativa

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