Un tema che divide gli animi nel dibattito sul Matrimonio per tutt* è la definizione di famiglia. Per i referendisti, contrari alla riforma in votazione il prossimo 26 settembre, la famiglia è composta da due genitori eterosessuali che stabiliscono un rapporto di filiazione biologica con il proprio figlio. Le altre coppie genitoriali sono considerate “anormali”, “contro natura”, quasi pericolose per le loro richieste di accedere alla donazione di sperma e quindi per la crescita equilibrata di un minore. Questa posizione denota una visione riduttiva di chi siano veramente le famiglie.
Storicamente la famiglia non ha mai costituito una struttura cristallizzata, ma si è modifica di pari passo alle trasformazioni della società, dei costumi e dell’ordinamento giuridico. Nella società svizzera, come altrove, famiglia e matrimonio sono cambiati radicalmente nel volgere degli ultimi 150 anni: siamo passati all’affermazione della competenza civile e non più religiosa sul matrimonio, alla dissolubilità del vincolo matrimoniale, all’eguaglianza giuridica tra padri e madri, tra donne e uomini, e quindi anche dei figli nati dentro e fuori il matrimonio, per giungere al dibattito di oggi sul riconoscimento di genitori del medesimo sesso. Comune denominatore che lega questi modelli familiari: non sono irrilevanti o occasionali, ma anzi statisticamente ricorrenti e hanno carattere di stabilità. Tutti questi cambiamenti, che sono da ascrivere tra i progressi di una società, hanno corretto diseguaglianze, discriminazioni, ingiustizie ed evitato o lenito tante, troppe, inutili sofferenze.
Con il voto del 26 settembre compiremo quindi un ulteriore passo equiparando tutte le coppie, e i loro figli, all’interno della medesima protezione giuridica mettendoli al riparo da sguardi stigmatizzanti, lungaggini burocratiche, mancati riconoscimenti di una genitorialità ormai non più e soltanto biologica, ma caratterizzata da presenza, attenzione, affetto, sforzi educativi e tanti sacrifici. Tutelare questi genitori e il loro figli anche dalle discriminazioni giuridiche e sociali è un principio fondamentale per una società democratica e attenta al rispetto dei diritti umani come la nostra.
Per questi motivi, Pro Familia Svizzera, federazione di una cinquantina di organizzazioni che rappresentano le famiglie nel nostro Paese, sostiene pienamente il Matrimonio per tutt*, accanto a Pro Juventute, alla Conferenza cantonale dei Genitori, altre organizzazioni che si occupano di diritti umani, al Parlamento e infine il Consiglio federale.
Michela Trisconi
Membro del comitato centrale di Pro Familia Svizzera
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