
È fatto noto che, dopo alcuni anni in rosso seguiti da un paio di anni di sostanziale pareggio, il 2024 per la Città di Mendrisio si è concluso ampiamente nelle cifre nere (+ 4,8 milioni) nonostante a preventivo fosse stata stimata una perdita di 3,6 milioni. Se è pur vero che, anche alla luce di quanto successo negli ultimi anni, ci si poteva aspettare che i conti chiudessero con cifre migliori di quanto preventivato, il risultato nel ottenuto nel 2024 appare veramente eccezionale. Ciò ovviamente non può che venire accolto in maniera estremamente positiva da tutti noi.
È però evidente che ben difficilmente capiterà di nuovo in futuro che i conti chiudano con un risultato di oltre 8 milioni migliore rispetto a quanto indicato a preventivo, salvo qualche sporadica annata. L’obiettivo del Municipio era (e deve restare) quello di sistemare e stabilizzare le finanze ed i numeri indicano chiaramente che la strada intrapresa è quella giusta. Cionondimeno il percorso è ancora lungo e, pur accogliendo in maniera estremamente favorevole il consuntivo, non si può pensare di cambiare ora la rotta e diminuire il livello di attenzione ai conti.
Invero il risultato esposto ha già dato il via a facili proclami. È stata infatti ventilata la possibilità di ridurre il moltiplicatore d’imposta, ciò che a mente di chi scrive non può essere condiviso. La pressione fiscale deve essere valutata sul lungo periodo, analogamente e parallelamente al piano finanziario, e non certo sul corto termine. Pur non essendo il moltiplicatore scolpito nella pietra, lo stesso non deve neppure oscillare in maniera quasi schizofrenica di anno in anno, rendendo così impossibile la pianificazione sul medio-lungo termine.
È stata pure avanzata la proposta di utilizzare almeno parte dell’utile contabilizzato nel 2024 per ridurre le tariffe AIM. Proposta anche questa che sembra più che altro uno slogan politico per ottenere facili consensi. Che le tariffe AIM siano aumentate negli scorsi anni, anche in seguito ad un certo pressapochismo nella gestione di alcuni dossier all’interno del dicastero competente, è evidente, ma l’utilizzo di questo utile straordinario della Città non è certo il metodo corretto di calmierare i prezzi. Le tariffe AIM vanno controllate in seno alle AIM stesse e facendo eventualmente capo a fondi, appunto, delle AIM – ciò che nei decenni scorsi ci si è ben guardati dal fare anche se ve ne era la possibilità – ma non certo utilizzando entrate fiscali straordinarie, mescolando ambiti diversi tra loro e correndo così il proverbiale rischio di mischiare il burro con la ferrovia.
Certo, occorrerà ora capire come si intendano utilizzare questi 4,8 milioni: andando a rimpolpare ulteriormente il capitale proprio assicurandosi così un corposo cuscinetto per il futuro, o piuttosto investendoli (almeno in parte) in interventi già previsti a piano delle opere – e la cui realizzazione, anche a causa dei ritardi del dicastero Pianificazione e spazi pubblici, tarda arrivare – oppure ancora in altri progetti di vario tipo a sostegno dell’economia e della comunità intera. Le decisioni in merito dovranno però essere ponderate attentamente e non venire adottate unicamente sullo slancio dell’entusiasmo o, peggio ancora e come già si è detto, per accaparrarsi facili consensi.
Filippo Pfister, consigliere comunale PLR