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Maria Grazia Talarico Galimberti - La scuola che vorrei
Redazione
11 anni fa

Mi piace pensare a una scuola che continui ad essere un luogo di resistenza: all’omologazione, alla concezione mercantile delle conoscenze, ai tempi a volte innaturali dell’attuale vita quotidiana. Un contesto formativo dove ogni individuo in fase di crescita possa apprendere secondo i propri ritmi, che non sempre coincidono con quelli dell’altro, in modo che, una volta adulto, sappia scegliere e inserirsi, nel limite del possibile armoniosamente, nell’attuale realtà sociale con le competenze e soprattutto con la sicurezza interiore adatte ad abitare un mondo in rapido mutamento e sempre più competitivo.

La scuola, in particolare quella dell’infanzia e elementare, ha avuto finora, e spero avrà anche in futuro, un ruolo fondamentale soprattutto in termini di attenzione alla persona. In un contesto storico e sociale articolato quale quello odierno, dove si chiede alla scuola di rispondere a esigenze sempre più pressanti, è impellente la necessità di offrire un insegnamento differenziato, attuato in classi con un numero ridotto di alunni/e (l’iniziativa popolare “Aiutiamo le scuole comunali – per il futuro dei nostri ragazzi” fissa un tetto massimo di venti allievi/e per classe, scelta supportata da ricerche scientifiche internazionali), in modo da cogliere e sviluppare le potenzialità di ognuno e dare a tutti le stesse opportunità.

Mi piace pure immaginare una scuola che sappia adattarsi anche al mutamento delle famiglie e che, tramite la generalizzazione dell’offerta di servizi extrascolastici (mense, doposcuola, orari prolungati) si configuri come un aiuto concreto a chi ogni giorno, per necessità o per scelta, è costretto a rocambolesche imprese per conciliare lavoro e famiglia. E qui penso soprattutto a coloro, in particolare alle donne, alle mamme, che difficilmente oggi riescono ad adeguare i tempi del lavoro con quelli dei loro figli.

A chi dice “costa troppo”, rispondo che la scuola è sì un costo, ma è anche un investimento che garantisce il futuro dell’intera società. Dopo anni di tagli alla spesa per l’educazione, è fondamentale riprendere ad investire in questo settore, anche in considerazione del fatto che, secondo le statistiche, nel Ticino la somma destinata alla scuola è inferiore rispetto a quella di altri Cantoni.Ecco in sintesi i motivi che il 28 settembre mi faranno votare a favore dell’iniziativa.

Infine mi piace sognare che chi voterà assieme a me terrà presente che la scuola deve poter continuare a contare sull’aiuto di tutta la collettività perché, come dice un proverbio africano, “per far crescere un bambino ci vuole un intero villaggio”.

Maria Grazia Talarico Galimberti,membro direzione PS Lugano

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