Innocenzo Caizza
Lugano quo vadis?
Redazione
8 mesi fa
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In campagna elettorale sento parlare di una città che va bene, tutto funziona, d’altronde non ci si può aspettare posizioni diverse da chi deve difendere il proprio operato (tralasciando ciò che non è stato realizzato) e lottare, come legittimo, per confermare il proprio posto. I principi dell’etica e della trasparenza, però, non dovrebbero essere dimenticati!

Non voglio negare tutto ciò che funziona nella nostra città, ma il bicchiere mezzo vuoto qualcuno deve avere il coraggio di guardarlo. La mobilità funziona? Le attività commerciali fanno a gara per trovare un posto in città con gli affitti attuali? Le aziende scartano altri cantoni per insediarsi da noi? Gli uffici pubblici sono al massimo della propria efficienza? Abbiamo abbastanza zone verdi in tutti i quartieri? Abbiamo strutture adeguate per i giovani e meno giovani? L’economia cittadina riesce a creare posti di lavoro dignitosi per chi vuole lavorare?

La fase storica ci sta insegnando che gli eventi ormai si susseguono rapidamente; dopo la crisi finanziaria del 2008 ci siamo trovati ad affrontare i costi della pandemia e la crisi delle materie prime, una serie di eventi economici e finanziari negativi mai vissuti in precedenza, come la crisi del Credit Suisse, un’inflazione esplosa in poco tempo a doppia cifra, l’incontenibile aumento della spesa sanitaria e un repentino rialzo dei tassi d’interesse operato dalle banche centrali per evitare la recessione.

Oggi ci chiediamo come rivitalizzare i sistemi economici e le ricette non sono semplici da trovare. Anche a livello locale si fatica a rilanciarsi. Una delle componenti importanti per non pesare e non frenare lo sviluppo economico è la burocrazia, soffocante, nonostante l’era digitale: non si vedono progressi nell’amministrazione pubblica e questo pesa su aziende e famiglie. L’obiettivo raggiungibile potrebbe essere quello di rendere accettabile il peso della burocrazia, liberando l’amministrazione dagli eccessi, senza più ritardi, migliorando la competenza dei funzionari e utilizzando buon senso nell’applicazione delle direttive, evitando formulari eccessivi.

Non sento parlare a sufficienza di finanze pubbliche, ma come possiamo ignorare debiti che superano i 900 milioni, costi annuali che si avvicinano ai 480 milioni a fronte di entrate fiscali, fra gettito e sopravvenienze del passato che a fine 2022 non raggiungevano 320 milioni? Come si farà a rimborsare i debiti? Dove andremo a finire di questo passo, se non si opera una svolta nella gestione delle finanze pubbliche? È giusto confermare gli uscenti e continuare in questa direzione oppure bisognerebbe avere il coraggio di cambiare e dare fiducia a nuovi professionisti, con alto senso del dovere e quale unico obiettivo il bene comune? Inoltre, i cambiamenti strutturali richiedono decenni di lavori e sacrifici per i cittadini, ma sarebbe necessaria una regia generale più efficiente alfine di garantire anche oggi ai luganesi una qualità di vita migliore e meno oneri fiscali.

Innocenzo Caizza - Candidato 16 al Consiglio comunale  - Lista 3

 

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