Céline Antonini
Lugano: “Ma sei del PLR e giri in bici?”
Redazione
un mese fa
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“Ma sei del PLR e giri in bici?”. Ho sentito questa domanda molte volte negli ultimi anni, quasi a volere suggerire che il modo in cui uno si sposta traduca per forza un credo politico.

Da quasi quattro anni ho deciso di utilizzare la macchina di principio per raggiungere solo zone discoste, privilegiando la bicicletta elettrica per praticamente tutti gli spostamenti in Città e nelle immediate vicinanze. Una decisione non dettata da un’impostazione ideologica ma fondamentalmente da praticità. La bici permette di essere più veloce degli altri veicoli negli orari di punta, di parcheggiare più velocemente e di fare anche un po’ di esercizio fisico nel quadro degli spostamenti quotidiani. Una scelta che ha nettamente migliorato la mia qualità di vita e quella di molti conoscenti - alcuni proprio del PLR - che l’hanno fatta.

Eppure alle nostre latitudini spostarsi in bicicletta viene quasi sempre connotato a livello politico, quasi fosse uno statement di sinistra. Così non è e così non deve essere. Lugano si trova nella classifica delle top 100 città più trafficate al mondo (Fonte: TomTom Traffic Index 2023). Nelle ore di punta è diventato quasi impossibile spostarsi in macchina senza sacrificare una parte importante del proprio tempo ed è estremamente difficile trovare soluzioni per uscire dall’attuale situazione. La morfologia e lo sfruttamento del territorio permettono difficilmente interventi infrastrutturali radicali che consentano un miglioramento tangibile della situazione. Che alternative rimangono?

Sicuramente ognuno di noi può chiedersi se non converrebbe cambiare le proprie abitudini – e questo non per ideologia, ma per pragmatismo e comodità. In molti quartieri la bicicletta o il mezzo pubblico su gomma rappresentano delle alternative sempre più valide, da cogliere se vogliamo un miglioramento della situazione attuale e passare meno tempo bloccati nel traffico. Ovviamente non in tutti i casi, ma in funzione della propria situazione personale e geografica.  Alcuni quartieri non dispongono infatti ancora di un servizio di trasporto pubblico sufficientemente attrattivo (e questo anche se bisogna riconoscere che il servizio pubblico è stato fortemente potenziato negli ultimi anni, tanto che su alcune linee la frequenza arriva fino a 8 corse all’ora), altri distano troppo dal centro e dai luoghi di lavoro per rendere alternative alla macchina interessanti. In molti casi la macchina rimane evidentemente una necessità. Dunque niente guerra alle macchine, semplicemente un incoraggiamento a ognuno di valutare le alternative esistenti e alla Città di promuovere in modo più convinto le forme diverse di mobilità, il miglioramento avvenuto dell’offerta di trasporto pubblico e lo sforzo finanziario messo in campo dal comune (Lugano offre per esempio numerose sovvenzioni (50%) per gli abbonamenti dei residenti). Questo con l’obiettivo, penso condiviso da tutti, di uscire dall’attuale, insoddisfacente, situazione del traffico. E non perché siamo di destra o di sinistra, non per ideologia, ma per praticità e pragmatismo. Per quanto mi concerne, io continuerò a pedalare, “per una Lugano con una marcia in più”.

Céline Antonini, Consigliera comunale a Lugano

 

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