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Luca Campana - Ticinesi e lavoratori ai piedi della scala
Redazione
3 anni fa

Cominciamo con il posizionare l’orologio alla domenica del 14 febbraio, per situarci nei centri di confine oppure negli agglomerati del nord Italia, con grandi città di confine come Como, Milano arrivando fino alla “lontana” città ligure di Genova e si scopre insomma un po’ ovunque nella penisola una “fiumana di persone” che si riversa in strada per prendere posto al bar preferito ed al rinomato ristorante, anche il turismo ora “paradossalmente” ha ripreso con vigore ed ha accesso a numerosi servizi. La libertà dei nostri vicini rappresenta un affronto personale per molti ticinesi che si vedono limitati in tutto e a cui si chiede da troppo tempo uno sforzo forse inutile se non giocoforza; illogico.

Qualcuno ha predisposto per le vacanze di carnevale il proprio dottore per un tampone salva condotta, così da poter partire in vacanza oppure per trovare gli amati parenti, ognun d’altronde si arrangia a propria maniera e non è difficile pure intravvedere sui Social persone conosciute ora nei lidi caldi extraeuropei; a tutto tondo e avendo una buona dose di pazienza e soldi si veicola quasi ovunque e come si vuole.

La leadership nazionale per qualcuno (ma non per il sottoscritto) non deve in alcun modo essere messa in discussione, alla faccia dei sacrosanti bisogni “subalterni” di titolari di numerose attività e negozi che soffrono il delicato momento, il rispetto finora raggiunto per le autorità è minimo anche considerando l’accumularsi di problemi e processi inconcludenti messi finora in atto, problemi appartenenti per lo più ai due distinti settori dell’economia che rappresentano sempre più un conflitto distruttivo; ed è deleterio di sicuro per la piccola e media impresa.

La sofferenza o insofferenza del cittadino verso continui rapporti di conflitto sul “come si dovrebbe applicare o meno nuovi modelli di protezione” è alle stelle, ora che soprattutto i numeri dei contagi sono al minimo, non ci resta che prendere parte alle due fazioni che si sono delineate in politica per, un: Lockdown rigido salva vita “per poi ritrovarsi migliaia dei turisti della domenica sul nostro territorio a svolgere attività lavorativa settimanale e consecutivamente non avendo potuto neanche vaccinare gran parte della popolazione (in un ritardo piuttosto clamoroso)”, oppure all’estremo: per allentare la morsa e concedere ai cittadini quella responsabilità personale ed approfittare dei servizi privati e salvarli da questa impasse piuttosto negativa per mente e borsellino.

I soggetti più giovani si trovano ora più che mai in conflitto con un mercato del lavoro sempre più chiuso e acuito da chiusure a cui a beneficiarne sono pressoché persone legate al frontalierato a causa del dumping salariale, pure nessuna possibilità di svago nel rispetto e da troppo tempo chiusi nel proprio guscio familiare.

Con tono adeguato, questi giovani, già me li vedo a discutere dei numerosi problemi ed i messaggi non verbali offensivi rivolti alla società tutta.

Le restrizioni finora imposte sono state insensate, serve un cambiamento e la possibilità per tutti di tornare alla normalità; lavorare insomma e a vivere come altrove.

Luca Campana, Candidato PPD nr.14 al Consiglio Comunale Lugano

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