
Di fronte ai gravissimi disordini verificatisi a Losanna, i Giovani UDC Ticino e il Movimento Giovani Leghisti ritengono doveroso esprimere con chiarezza e fermezza la propria posizione: la violenza non può mai essere tollerata né giustificata. I fatti hanno origine da un incidente stradale. Secondo le informazioni disponibili, un giovane diciassettenne era alla guida di uno scooter rubato, senza patente e in fuga dalla polizia. L’incidente si è verificato nelle prime ore di domenica 24 agosto 2025, quando il ragazzo ha perso il controllo del mezzo, schiantandosi contro un muro. Le autorità hanno confermato che non vi è stato alcun contatto tra lo scooter e l’auto della polizia, che seguiva a distanza con i lampeggianti accesi. Il giovane, residente a Losanna, viaggiava a velocità eccessiva in una zona con limite di 30 km/h. L’inchiesta penale è in corso, ma i primi riscontri confermano l’assenza di responsabilità da parte degli agenti.
L'aggressione a Schaller
Nonostante ciò, invece di attendere l’accertamento dei fatti, quartieri della città sono stati devastati da proteste violente e organizzate, prive di qualsiasi giustificazione. Centinaia di individui incappucciati hanno messo a ferro e fuoco Losanna. I disordini hanno poi portato all’aggressione del consigliere comunale Thibault Schaller, esponente UDC di Losanna. Durante la prima notte di violenze, Schaller è stato riconosciuto poco lontano da casa sua, insultato come “fascista” e brutalmente picchiato da un gruppo di manifestanti, presunti “Antifa” incappucciati. Secondo la sua testimonianza, è stato colpito, gettato a terra e inseguito da una quindicina di persone, riuscendo a salvarsi solo grazie all’intervento della polizia. Questo episodio dimostra come gruppi solitamente di sinistra considerino l’uso della violenza un mezzo legittimo per fare politica.
Le responsabilità della sinistra
I partiti di sinistra sono responsabili del clima politico attuale che porta a questi episodi. Esponenti del PS, dei Verdi, della GISO e dei Giovani Verdi non esitano a strizzare l’occhio a movimenti estremisti, legittimando la violenza invece di condannarla. Attaccano la polizia con accuse prive di fondamento, arrivano persino a proporne il disarmo (come nel caso di Ilias Panchard, presidente dei Verdi di Losanna), marciano al fianco di questi gruppi radicali (come Fabian Molina, consigliere nazionale di Zurigo) e, in altri casi, ne fanno direttamente parte in prima persona (come in gioventù Cédric Wermuth, presidente nazionale del PS). È giunto il momento di dire basta all’ambiguità ideologica e alla tolleranza verso chi semina odio e distruzione.
I giovani hanno il diritto di vivere in un Paese dove la sicurezza è garantita
La Svizzera non può permettersi di normalizzare la violenza come strumento di pressione politica, né di accettare che le sue istituzioni vengano indebolite da chi, sotto il velo dell’attivismo, promuove l’anarchia e il disordine. I giovani hanno il diritto di vivere in un Paese dove la sicurezza è garantita, dove il dibattito politico si svolge nel rispetto reciproco e dove le forze dell’ordine non sono bersaglio di campagne di delegittimazione. Chi attacca la polizia, chi giustifica le aggressioni, chi propone il disarmo delle autorità, non sta difendendo la democrazia: la sta minando. I Giovani UDC Ticino e il Movimento Giovani Leghisti continueranno a battersi per una Svizzera libera dalla violenza, fondata sul rispetto della legge, sulla responsabilità individuale e sulla difesa delle istituzioni. Non arretreremo di fronte all’estremismo, né accetteremo che venga mascherato da attivismo politico. La democrazia non si difende con i pugni. Si difende con il coraggio di dire la verità.
Giovani UDC Ticino e Movimento Giovani Leghisti