
Da Berna arriva una decisione che ha già acceso il dibattito: limitare a 80 km/h la velocità sull’intera autostrada A2 ticinese, dal portale sud del Gottardo fino a Chiasso. L’obiettivo dichiarato? Ridurre il traffico. Ma davvero andare più piano farà scorrere meglio le auto? A prima vista può sembrare logico: se tutti vanno più lenti e regolari, si evitano frenate e code. In teoria funziona. Nella pratica, molto meno. Il traffico non si riduce rallentando, ma gestendolo meglio Il numero di auto che percorrono l’A2 ogni giorno non cambia solo perché si abbassa il limite di velocità. Un veicolo che impiega più tempo a percorrere lo stesso tratto occupa più a lungo la strada, e quindi aumenta la densità complessiva del traffico. È come se una fila al supermercato rallentasse tutti: non ci sono meno persone, solo più attesa.
Una misura che colpisce chi lavora, non chi crea i problemi
Chi usa l’A2 per andare al lavoro – da Bellinzona a Lugano, o da Mendrisio verso nord – si troverà a viaggiare più lentamente anche quando la strada è libera. Non si tratta di una piccola differenza: a 80 km/h costanti si perdono 5–10 minuti per tratta. Sommati ogni giorno, diventano ore di vita e di lavoro sprecate, senza alcun vantaggio reale. E intanto i grandi flussi di transito – camion, turisti, traffico internazionale – continueranno a passare come prima. Quindi la domanda è semplice: perché penalizzare chi vive e lavora qui, invece di gestire meglio chi attraversa il Ticino?
Rischio di effetto boomerang
Molti automobilisti, pur di non rimanere imbottigliati, sceglieranno le strade cantonali. Il risultato? Più auto nei centri abitati, più rumore, più inquinamento e più pericolo per chi cammina o va in bici. Un rimedio che sposta il problema, invece di risolverlo.
Le vere soluzioni sono altre
Il problema dell’A2 non è la velocità, ma la gestione dei flussi e dei colli di bottiglia. Le gallerie, gli svincoli di Lugano e i cantieri mal coordinati creano code indipendentemente dai limiti. Le soluzioni intelligenti esistono: limiti dinamici, che scendono solo quando serve (pioggia, incidenti, ora di punta); semafori intelligenti alle rampe per regolare l’afflusso; migliore coordinamento dei cantieri; informazione chiara e in tempo reale ai conducenti.
Il Ticino non ha bisogno di un’“autostrada-parcheggio”,
Abbassare la velocità in modo permanente è una scelta facile da annunciare, ma difficile da giustificare. Non basta rallentare tutti per far sparire il traffico. Serve governarlo con intelligenza, non punirlo con lentezza. Il Ticino non ha bisogno di un’“autostrada-parcheggio”, ma di una mobilità moderna, fluida e rispettosa di chi ogni giorno la percorre.
Paolo Balzari, Vice Presidente Il Noce