Luca Frei
La Svizzera resti sovrana: NO a un’adesione all’Unione Europea!
Redazione
un anno fa
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Questo fine settimana, il congresso nazionale del Partito Socialista Svizzero (PSS) ha approvato un documento programmatico in merito alla politica europea, dal quale emerge che i socialdemocratici vogliono procedere, tramite un piano in più fasi, verso un’adesione della Svizzera all’Unione Europea (UE). In quanto giovane comunista e anti-europeista non posso che esprimere la mia contrarietà a un tale scenario.

L’Unione Europea è una struttura liberista contraria agli interessi di lavoratori, apprendisti e studenti, che promuove la deteriorazione dei diritti sociali nei Paesi che vi aderiscono nel nome degli interessi della grande finanza e delle multinazionali. Oltre a ciò, aderire all’UE (organo sempre più sottomesso agli USA e nato per altro con scopi neocoloniali) significa rinunciare a un’ampia fetta della nostra sovranità nazionale, cosa assolutamente da evitare. All’interno dell’UE è infatti più difficile promuovere delle politiche sociali nell’interesse della popolazione.

Come comunisti, saremo sempre contrari all’Unione Europea, come pure al miliardo di coesione a questo organo. In tal senso, no anche all’accordo per l’attuazione del secondo contributo svizzero all'allargamento dell'UE firmato da Cassis in Romania proprio in questi giorni. Basta sperperare soldi per una struttura anti-sociale e contraria ai nostri interessi!

In conclusione, qualche parola in merito al PSS, che con il suo ultimo congresso dimostra di essere sempre più distaccato dai bisogni del popolo, che illude sostenendo che si possa riformare l’UE. La stessa UE che ha imposto dumping salariale, sanzioni-boomerang, austerità e privatizzazioni e che ha affamato persino la Grecia (suo paese membro!). Per non parlare poi dell’attuale corsa al riarmo: cosa c’è di progressista in tutto ciò?! In tal senso, invito i giovani a non lasciarsi ingannare dai paroloni rivoluzionari talvolta promossi da parte del PS e da chi dice, anche in modo onesto, in buona fede e con convinzione, che quel partito si può cambiare da dentro, perché l’intera sua struttura non permette di farlo.

Luca Frei, Coordinatore della Gioventù Comunista

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