Graziano Besana
La mela avvelenata nel regno del Ticino
Redazione
3 giorni fa
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Tanto, tanto tempo fa, al sud delle Alpi, nel regno del Ticino, i sudditi vivevano con una preoccupazione costante: i premi di cassa malati crescevano senza tregua, come un drago insaziabile. Fu allora che apparvero due mele splendenti, offerte come dono magico: l’iniziativa per il 10% e l’iniziativa per la deducibilità integrale. I due frutti promettevano, finalmente, sollievo e prosperità.

Ma, come nelle fiabe, anche nella realtà non tutto è tutto oro ciò che luccica. La prima mela, quella rossa, portava con sé un incantesimo costoso: 300 milioni di franchi da togliere subito dalle tasche dei sudditi del regno e destinati ad aumentare, senza controllo, anno dopo anno. Un morso, e i villaggi si sarebbero trovati con meno socialità, meno cultura, meno istruzione, meno servizi, ma più tasse per tutti.

La seconda mela era altrettanto insidiosa: sotto la promessa di giustizia fiscale, celava un vantaggio soprattutto per i più ricchi e una voragine di quasi 100 milioni nei forzieri del Cantone e dei Comuni.

Il popolo rischiava così di cadere in un sonno profondo, come Biancaneve dopo aver ceduto al frutto stregato, vittima di narrazioni ingannevoli. Il regno del Ticino aveva sì le casse vuote, ma con oltre 400 milioni di franchi all’anno, sosteneva già oltre 110.000 persone con sussidi concreti e generosi, tra i più alti della Svizzera.

Per il 28 settembre ricordate che le due mele splendenti sembrano appetitose, ma sono intrise di veleno. Votate quello che volete, ma sappiate che: “Chi morde senza pensare rischia di addormentarsi per sempre!”

Graziano Besana, sostenitore di Avanti con Ticino&Lavoro

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