Niccolò Salvioni
Idrogeno verde, un’opportunità per il Ticino
Redazione
21 giorni fa
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Nel dibattito sulla transizione energetica si parla spesso di elettrificazione, ma meno di un’alternativa altrettanto promettente: l’idrogeno verde. Si tratta di un’energia chimica che, a differenza di quella elettrica, può essere conservata e utilizzata in un secondo momento per molteplici scopi: trasporti, riscaldamento, industria e alimentazione di celle a combustibile.

Attraverso un elettrolizzatore, l’acqua viene separata in ossigeno e idrogeno usando elettricità da fonti rinnovabili. L’idrogeno, una volta compresso, può essere stoccato e successivamente trasformato nuovamente in energia tramite celle a combustibile (fuel cells). Il risultato: energia pulita, emissioni nulle (H2O).

In Svizzera, l’esempio più avanzato è l’impianto Axpo–Rhiienergie a Domat/Ems (Grigioni), capace di produrre oltre 350 tonnellate l’anno. Sul Lago dei Quattro Cantoni, un natante ibrido della compagnia di navigazione sarà presto alimentato a idrogeno verde, anche grazie alla partecipazione in una società idroelettrica del Cantone Uri, dotata di idrolizzatore.

Il progetto TH2ICINO a Malpensa svilupperà un grappolo di iniziative energetiche legate all’idrogeno verde tra Busto Arsizio e l’aeroporto. In Italia si prevedono 36 nuove stazioni di rifornimento ad idrogeno entro il 2026. La Svizzera ne conta oggi 19, ma nel Canton Ticino non ce n’è ancora nessuna.

Le auto a idrogeno come Toyota Mirai o Hyundai Nexo stoccano circa 5 kg di gas, garantendo 500–600 km di autonomia con un pieno di pochi minuti. 1 kg di idrogeno equivale a circa 33 kWh, quasi tre volte più della benzina, che contiene circa 12 kWh per Kg. L’idrogeno ha applicazioni anche in settori industriali come acciaio e fertilizzanti, offrendo nuove opportunità per il tessuto produttivo.

Oltre a rafforzare il mix energetico cantonale, l’idrogeno potrebbe contribuire a una gestione più flessibile delle risorse idriche alpine. La strategia federale sulla resilienza energetica promuove l’aumento dello stoccaggio nei bacini alpini: la produzione di idrogeno permette di accumulare energia senza trattenere volumi eccessivi d’acqua, riducendo la pressione sui flussi verso il Lago Maggiore e il Ticino, con benefici anche per l’agricoltura del bacino del Po.

Nonostante alcuni pionieri attivi, il Ticino sembra non disporre ancora di una strategia strutturata sull’idrogeno verde. Il Consiglio federale, nella strategia del dicembre 2024, invita i Cantoni a dotarsi di strumenti normativi e infrastrutture. Per LEA, l’idrogeno deve diventare una priorità nel piano energetico cantonale: per l’ambiente, per l’economia, per il ruolo ponte del Ticino tra Nord e Sud delle Alpi. Il momento per agire è ora.

Niccolò Salvioni, Membro Comitato LEA

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