Katia Senjic
I valori della Svizzera
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Redazione
un mese fa
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“La neutralità permanente è uno strumento della politica estera svizzera. Essa costituisce un elemento fondamentale per il mantenimento della pace e della sicurezza all’interno e al di fuori dell’Europa e assicura l’indipendenza della Svizzera e l’inviolabilità del suo territorio.” (sito del Dipartimento federale degli affari esteri). È notizia degli scorsi giorni che il Partito socialista ed alcuni parlamentari dei Verdi, nonché il Gruppo per una Svizzera senza Esercito (GSsE) hanno chiesto l'istituzione di una Commissione parlamentare d'inchiesta (CPI) in seguito alle rivelazioni di malfunzionamenti in seno dal gruppo RUAG MRO. Dal canto suo, la responsabile del Dipartimento della difesa (DDPS) Viola Amherd (nel frattempo dimessasi) ha chiesto un chiarimento completo sulla vicenda. Va precisato che il GSsE ha anche chiesto ufficialmente dei provvedimenti drastici e la fine dell'esportazione di materiale bellico: “L'elenco delle carenze della RUAG è lungo: corruzione, perdite milionarie e gravi problemi di gestione. Nessun'altra società controllata dallo Stato può permettersi una simile cattiva condotta” (comunicato del GSsE del 25 febbraio).

Il cambiamento di rotta

Che dire? Solo d’innanzi a uno scandalo finanziario ci si mobilita per chiedere dei chiarimenti. Ma d’innanzi allo scandalo dell’esportazione di materiale bellico verso i paesi in guerra? Sul sito Swissinfo.ch il 10 marzo del 2023 si leggeva: “La legge svizzera sul materiale bellico vieta l’esportazione di armamenti svizzeri a Paesi coinvolti in una guerra civile o in un conflitto armato con un altro Stato. Questa posizione si basa anche sui valori della Svizzera, sulla sua neutralità, sulla sua tradizione di aiuto umanitario, sul suo impegno nei confronti del diritto umanitario internazionale e delle Convenzioni di Ginevra e sulla sua pratica internazionale di mediazione al servizio della pace.” Ma l’anno successivo ecco un drastico cambiamento di rotta: “Passo avanti, anche se con un risultato risicatissimo, nella controversa questione della riesportazione di armi svizzere in Ucraina. La Commissione della politica di sicurezza del Nazionale ha messo a punto un progetto di legge che allenta le severe disposizioni sul trasferimento di materiale bellico. Un gruppo di Stati (non tutti) che in passato avevano acquistato armi nella Confederazione potrà a sua volta rivenderle a un Paese alle prese con un conflitto armato; per revocare il divieto di riesportazione, tuttavia, dovrà essere soddisfatta una serie di condizioni”.

Infiniti passi indietro

"Un passo avanti nella controversa questione…” ma infiniti passi indietro per la nostra coscienza come Paese, infiniti passi indietro per i suddetti “valori della Svizzera”, decantati fieramente dal Governo nel 2023: neutralità, tradizione di aiuto umanitario, impegno nei confronti del diritto umanitario internazionale, Convenzioni di Ginevra, pratica internazionale di mediazione al servizio della pace… Tutto cancellato con un colpo di spugna. E con quale nobile motivazione? Aiutare l’Ucraina? Allinearci con gli altri paesi europei che ci chiedono di fare la nostra parte? No. Siamo un paese neutrale e possiamo tranquillamente respingere qualsiasi richiesta che mini tale status. Ma d’innanzi alla prospettiva del guadagno, a quanto pare alcuni sono disposti a umiliare la nostra Helvetia, trattandola alla stregua di un’affarista priva di qualsivoglia scrupolo etico e morale.

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