MPS
I gruppi sanitari privati tentano di acquisire sempre maggiori fette di mercato della sanità cantonale
©Chiara Zocchetti
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Redazione
un anno fa
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Il Movimento per il socialismo (MPS) ha preso atto della comunicazione odierna di un formale accordo tra l’Ente Ospedaliero Cantonale (EOC) e il Gruppo Ospedaliero Moncucco per “l’avvio di una fase pilota di collaborazione nel Locarnese”; una collaborazione che “prevede la concentrazione delle nascite all’Ospedale La Carità, mentre la ginecologia operatoria sarà svolta alla Clinica Santa Chiara”.

Questo accordo rilancia e concretizza alcuni concetti che appaiono alla base della nuova pianificazione ospedaliera (che verrà discussa nei prossimi mesi dal Parlamento); concetti che l’MPS non condivide e che erano stati oggetto di un intervento parlamentare quando, lo scorso mese di ottobre, questo accordo era stato preannunciato.

In realtà si tratta di un progetto che, in nome dui supposti creiteri di “ efficienza, qualità, sicurezza ed economicità” (che altro non sono che gli sciagurati criteri sui quali è stata costruita la LaMal con le conseguenze che oggi tutte le cittadini e i cittadini di questo paese possono constatare), mira sostanzialmente ad un razionamento dell’offerta ospedaliera e, della quantità e qualità, di tale offerta.

Con queste decisioni, cominciare purtroppo ad essere già operativi gli orientamenti considerati nel progetto di pianificazione ospedaliera; e, non da ultimo, esso testimonia del nuovo modo di procedere attorno ai temi della pianificazione ospedaliera (con il Gran Consiglio che discute solo le “linee di fondo” della pianificazione e tutto il resto lasciato alla discrezione del governo)  che, di fatto, offre ampi margini di manovra per questa politica di razionamento dell’offerta.

Ricordiamo che tale orientametno contraddice l’esito della votazione popolare 2016, il referendum contro la modifica della Legge sull’Ente Ospedaliero Cantonale (LEOC), che voleva di fatto aprire la strada ad una collaborazione in ambito ospedaliero tra pubblico e privato.

Uno degli elementi centrali del dibattito aveva proprio coinvolto il settore dell’ostetricia e ginecologia. La popolazione bocciò la tesi portata avanti da tutto l’apparato politico, il DSS, l’EOC , secondo cui per poter garantire una qualità in ambito ostetrico era necessario un numero minimo di nascite, da cui l’idea di una concentrazione delle maternità.

Ora questa idea delle concentrazione viene formalizzata e fatta propria dall’EOC e dal governo, aprendo la via a una discussione in questa direzione anche nell’ambito della pianificazione ospedaliera.

Poco importa che a Locarno, secondo quanto ci viene raccontato da EOC e Moncucco,  questa concentrazione avvenga a favore del settore pubblico; verosimilmente altre operazioni di questo genere (ben più fruttuose) avverranno a favore del settore privato (basti pensare al Luganese, già al centro della discussione nel 2016).

E tali accordi favoriscono tali soluzioni in regioni nelle quali già si discute da tempo di una possibile rinuncia ad un reparto di maternità: pensiamo, molto concretamente, al Mendrisiotto.

L’abbandono da parte delle strutture pubbliche e la esternalizzazione verso il privato di una serie di prestazioni di base (come si prevede, nell’accordo in questione, per la ginecologia operatoria) è di fatto un venir meno delle prestazioni di base che tutti gli ospedali regionali pubblici devono, per legge, garantire, in questo caso in ambito chirurgico.

Questo accordo rappresenta, come abbiamo denunciato già in passato, un chiaro segnale ai gruppi sanitari privati (in particolare Gruppo Moncucco e Genolier) di disponibilità ad assecondare il loro tentativo di acquisire sempre maggiori fette di mercato nella sanità cantonale.

L’MPS, con tutti i mezzi a sua disposizione, combatterà questo orientamento ritenendo che esso porti pregiudizio alla sanità pubblica e ai diritti delle pazienti e dei pazienti.

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