Ospiti
Giovanni Berardi - Ul San Martin mancaa
Foto CdT/Reguzzi
Foto CdT/Reguzzi
Redazione
3 anni fa

Ha quasi dell’irriverente la meravigliosa e prolungata “estate di San Martino” che contraddistingue questi giorni, in cui purtroppo la tradizionale Fiera non può avere luogo. Infatti, neppure le peggiori condizioni meteo – e ce ne sono state in passato – hanno portato all’annullamento della fiera. I seri motivi sanitari all’origine dell’annullamento non si discutono (immaginatevi code di attesa “par ul purscelin”, cori e serate all’insegna della giovialità e dell’amicizia in periodo covid), ma la fiera mancherà, eccome! Però è l’occasione di fare qualche riflessione. Cominciamo dall’”estatella” di San Martino e dalle sue origini. Il quasi consueto verificarsi di periodi di mitezza attorno all’11 di novembre, giorno della morte del Santo, è associato all’episodio in cui Martino cedette a un povero viandante il proprio mantello affinché quest’ultimo potesse coprirsi e riscaldarsi. Che queste giornate di sacrificio, temperate e soleggiate, ci richiamino dunque alla solidarietà e alla necessità di portare calore umano a chi ne ha bisogno e a chi soffre. Poi, si può proseguire dal pregevole spazio verde che attornia la chiesetta di San Martino a Mendrisio. Oggi è completamente sgombro da bancarelle, giostre e capannoni ed emerge per la sua bellezza. Questo spazio aperto ci deve ricordare che la fiera di San Martino è prettamente agricola e che l’agricoltura nel nostro cantone può sopravvivere solo se ha spazi sufficienti e se sappiamo preservare i terreni e la loro fertilità. È in questi spazi verdi, in quelli rimasti, che nascono le specialità della nostra agricoltura. Essi costituiscono una riserva imprescindibile per poter parlare ancora di prodotti a chilometro zero, di alimenti sostenibili e di agricoltura a misura di consumatore. E da ultimo, possiamo anche riflettere sulla proverbiale dinamicità del popolo rurale “momò”. Ve li vedreste stare con le mani in mano restando passivi di fronte all’annullamento della fiera? Proprio no! E difatti con creatività hanno ideato una nuova ed esclusiva etichetta per il vino che solitamente veniva venduto e consumato a ettolitri in occasione della fiera e c’è pure chi ha ideato il progetto “San Martino a casa tua” che prevede la possibilità di ordinare un box di prodotti locali. “Ul San Martin mancaa” e “San Martino a casa tua” testimoniano la dinamicità del settore primario che non vuole rassegnarsi di fronte alle difficoltà e certamente godranno dell’apprezzamento di tanti affezionati visitatori della fiera.

Giovanni Berardi, presidente di Agrifutura

© Ticinonews.ch - Riproduzione riservata