Fabio Monti
Difendere le donne significa difendere la libertà
Redazione
5 giorni fa
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In Svizzera, solo nel 2025, diciannove donne hanno perso la vita. Non sono “incidenti”, non sono “raptus”: sono delitti che colpiscono la radice stessa della nostra convivenza civile. Quando un uomo uccide la propria moglie o ex moglie non compie quasi mai un gesto inspiegabile: nella maggior parte dei casi è l’atto finale di una lunga storia di violenza, di controllo, di possesso. In rari casi possono entrare in gioco disturbi psichiatrici gravi, ma ciò non riduce la responsabilità del gesto. La politica deve essere chiara: la violenza non è mai una giustificazione, è un crimine. E come tale va trattato.

Tolleranza zero per chi alza le mani

Le chiacchiere non bastano più. Occorrono pene certe, applicate fino in fondo, senza sconti. Chi maltratta, perseguita o minaccia deve sapere che lo Stato c’è, che la giustizia è rapida e severa.

Prevenzione sì, ma con responsabilità

Serve educazione al rispetto, ma senza ideologia. Non si tratta di colpevolizzare “gli uomini” in generale, bensì di pretendere che ogni individuo sia responsabile delle proprie azioni. La scuola ha un ruolo importante, ma non è l’unica. Le famiglie devono trasmettere valori di rispetto e responsabilità; le forze dell’ordine devono intervenire con rapidità e fermezza; la giustizia deve applicare pene certe e senza sconti; i servizi sociali e le associazioni devono accompagnare chi denuncia e decide di uscire da relazioni violente. Solo un impegno coordinato di tutte queste realtà può rendere efficace la prevenzione e restituire fiducia alle vittime.

Donne libere e forti

Un principio liberale è chiaro: non c’è vera libertà senza sicurezza. Per questo le donne devono poter contare su strumenti concreti per difendersi e per ricostruirsi una vita. In Svizzera esistono già case rifugio, sportelli di sostegno psicologico ed economico, reti associative che fanno un lavoro prezioso. Ma questi strumenti vanno rafforzati e resi più accessibili, perché troppo spesso chi denuncia si trova ancora sola o senza alternative reali. Lo Stato deve garantire condizioni di protezione e accompagnamento, senza sostituirsi alle persone: la libertà nasce quando ciascuno ha la possibilità di vivere senza paura.

Una questione di civiltà

La Svizzera è una democrazia avanzata e non può accettare che, nel 2025, la libertà e la dignità delle donne vengano ancora calpestate dalla violenza. La libertà non è mai un dono, ma un diritto da difendere con decisione. Per questo la risposta non può essere indifferenza, ma fermezza. Allo stesso tempo, va riconosciuto l’impegno di chi già oggi lavora in prima linea: le forze dell’ordine, la magistratura, i servizi sociali, le associazioni e i tanti volontari che ogni giorno offrono sostegno e protezione. Difendere le donne significa difendere la libertà di tutti, ed è una responsabilità che deve unire istituzioni e cittadini. Grazie!.

Fabio Monti - Presidente Distretto di Lugano PLR

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