
Interrogazione - Frontalieri e amministrazione cantonale: solo i fatti danno credibilità alle parole Lodevole Consiglio di Stato, Riporto qui di seguito un articolo apparso su un domenicale: Il partito delle tasse afferma in continuazione che i frontalieri sono sacri perché svolgono dei lavori che noi ticinesi viziati non vogliamo più fare! Questo commento estende, oltre che ai bancari (lavoro ormai in disuso per gli svizzeri?), agli impiegati del settore terziario e addirittura agli apprendisti. Ma cosa succede a Bellinzona? I vari Dipartimenti, con i rispettivi Consiglieri di Stato hanno anche loro difficoltà a trovare dipendenti ticinesi da assumere? La domanda sorge spontanea quando si comincia a percepire che in casa DECS (Bertoli) e DSS (Beltraminelli) c’è un certo movimento di frontalierato in corso. Sarebbe veramente il colmo che lavoratori frontalieri, oltre ad essere già ben prese sul nostro territorio, venissero assunti anche dal Cantone. Se questa nuova leggenda metropolitana fosse confermata bisognerebbe agire immediatamente per vietare che i suddetti Dipartimenti possano continuare ad assumere pendenti frontalieri. Con i nostri soldi pubblici si assumono persone che vivono Svizzera e pagano le tasse in Svizzera. Anche perché questi impiegati statali frontalieri, che sono oltre le 100 unità, non sembra facciano girare un granché l’economia locale durante la loro permanenza territorio. La questione è una soltanto: AMMINISTRAZIONE CANTONALE SENZA FRONTALIERI! Anche se dovesse essere necessario un divieto ad hoc. Siamo consapevoli che il CdS ritiene importante e prioritario regolare il nodo frontalieri. La questione è spinosa. Anche nell'ultimo incontro avvenuto tra regione Lombardia e Cantone Ticino prima Beltraminelli, poi Maroni, annunciavano l’avvio di un tavolo di confronto per trovare in tempi rapidi soluzioni concrete. Il presidente del Consiglio di Stato del Canton Ticino, faceva però una premessa inequivocabile: «Siamo in presenza di una situazione di concorrenza distorta – scandisce – una situazione che non possiamo tollerare. In Svizzera abbiamo un problema di concorrenza diversa, che deve essere affrontata. Per dirla con un’immagine che rimanda alla fisica, posso dire che, se pensiamo ai vasi comunicanti, in questo momento non c’è equilibrio tra i vasi». Siamo convinti che le parole insegnano, gli esempi trascinano. Solo i fatti danno credibilità alle parole. È quindi sicuramente utile capire, anche visto il contenuto dell'articolo, come si è evoluta l'assunzione di frontalieri nell'amministrazione cantonale. Fatte queste doverose premesse chiedo al lodevole CdS: • Quanto personale proveniente dalla vicina penisola lavora nell'amministrazione cantonale (impiegati e docenti) ? Come sono suddivisi sui dipartimenti ? • Qual è l'evoluzione (indicazione per dipartimento) negli ultimi 10 anni ? • Come giustifica il CdS l'impiego di frontalieri nell'amministrazione cantonale ? • Come giudica il CdS la possibilità di inserire l'obbligo di domicilio in Ticino ? • Il CdS considera di passare dalle parole ai fatti e quindi ridurre l'impiego di personale non domiciliato ? Daniele Caverzasio, granconsigliere Lega
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