
Cosa ci fanno i soldati svizzeri all’estero? La Gioventù Comunista (GC) prende tristemente nota dei recenti fatti che hanno coinvolto dei soldati svizzeri impegnati in Austria nell’ambito di un addestramento congiunto tra forze militari tedesche e austriache. È già grave che due Paesi neutrali svolgano esercitazioni militari con un esercito che appartiene ad un’alleanza militare offensiva come la NATO proprio nel contesto di tensione attuale: in questo modo si mostra al resto del mondo che le forze armate svizzere non intendono essere neutrali in caso di guerra.
Non dovevano trovarsi all’estero
Come GC auguriamo ovviamente il meglio a chi è rimasto coinvolto negli incidenti, ma riteniamo nel contempo che i soldati svizzeri non dovevano nemmeno trovarsi all’estero per un corso di ripetizione, per quanto fosse ancora su base volontaria. In futuro, infatti, come ha già chiaramente espresso il comandante dell’esercito Süssli, si vuole modificare la base legale per obbligare i soldati svizzeri ad essere impiegati fuori dal territorio nazionale: questi incidenti potranno quindi diventare la regola.
Preferire il servizio civile
Per ovviare a questo rischio occorre difendere il principio della neutralità e preferire il servizio civile rispetto a quello militare, ormai diventato troppo rischioso e al servizio delle avventure belliche della NATO e dell’UE. Il servizio militare oggi serve solo a farsi ammazzare inutilmente, noi giovani oggi abbiamo la chiave per prevenire la guerra e difendere la pace della Svizzera: non arruolarsi. Il coraggio non lo si dimostra chinando il capo ed eseguendo ordini, ma alzando la testa, rifiutando di impugnare le armi e scegliendo il Servizio Civile.