Pietro Solcà
Casa montana di Nante di proprietà del comune di Monteceneri: un progetto per ricostruire, non per distruggere
Redazione
un mese fa
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Con 27 voti favorevoli, 2 astenuti e solo 2 contrari, l’11 giugno scorso il Consiglio comunale ha approvato il credito per la ristrutturazione della Casa montana di Nante, dopo che il Municipio, all’unanimità, ne ha deciso il suo licenziamento, un bene comunale oggi in grave stato di degrado. Questo progetto nasce dalla volontà di restituire dignità a un immobile dal valore storico, simbolico e sociale, trasformandolo in uno spazio vivo, dedicato alla formazione, all’incontro, alla natura e alla crescita dei nostri giovani e dell’intera comunità, in primis delle scuole comunali.

Si tratta di un investimento promosso da una mozione, condiviso e sostenuto da anni nei programmi elettorali di tutte le forze politiche.

Eppure, nonostante il chiaro e ampio sostegno democratico, ci troviamo oggi di fronte a una raccolta firme referendaria che tenta di bloccare tutto, alimentando una narrazione fuorviante e priva di fondamento. Si parla di un Comune “disastrato”, privo di servizi essenziali, con un debito ingestibile e un moltiplicatore fuori controllo. Si definisce la Casa di Nante una “stamberga” e si liquida il progetto come un’illusione costruita su un business plan fallimentare.

Ma i fatti raccontano una realtà completamente diversa.

Il progetto di ristrutturazione è il frutto di oltre dieci anni di impegno, di pianificazione accurata, di risorse e competenze messe in campo con responsabilità e visione. È accompagnato da perizie tecniche, analisi economiche, prospettive concrete di autofinanziamento e valutazioni credibili di sostenibilità. Come ogni altro investimento comunale, il credito è stato presentato al lordo – ossia senza detrarre i contributi esterni attesi – secondo una prassi corretta e consolidata.

La ristrutturazione della Casa montana non è un capriccio, ma un investimento nel futuro. Significa preservare un bene pubblico in degrado, restituendolo alla collettività come spazio multifunzionale, utile, accessibile, pronto ad accogliere attività educative, sociali e ricreative. Significa offrire nuove opportunità, valorizzare il territorio, rafforzare il legame con la montagna e promuovere un turismo sostenibile.

Monteceneri, contrariamente alla narrazione distruttiva in corso, è oggi garante di tutti i servizi di base: scuole, mense, acquedotto con una qualità dell’acqua eccellente, canalizzazioni, strade. E ha già avviato un ambizioso piano di investimenti: dal rinnovamento dei contenitori interrati per i rifiuti, alla riqualifica della casa dei Landfogti, dal recupero del centro sportivo Quadrifoglio fino al rinnovamento degli edifici scolastici e delle infrastrutture essenziali. È evidente che ogni processo decisionale segue i propri tempi e affronta ostacoli diversi, ma vi è una programmazione chiara e coerente.

Anche dal punto di vista finanziario i numeri parlano chiaro. Monteceneri dispone di un capitale proprio di circa 10 milioni di franchi e vanta un tasso d’indebitamento pro capite di 2'538 franchi, ben al di sotto della media cantonale. La pressione fiscale comunale non ha dovuto essere ritoccata, a differenza di numerosi Comuni, malgrado i continui gravi fiscali. Il progetto di Nante è quindi sostenibile, non grava sulla gestione corrente e, anzi, punta a generare un equilibrio finanziario positivo nel tempo, con previsti utili d’esercizio.

E allora, quali alternative hanno proposto i promotori del referendum? Nessuna. Solo slogan distruttivi, finalizzati a rallentare o bloccare ogni processo evolutivo. Lo abbiamo già visto: basti pensare al caso del Centro Quadrifoglio, fermato da un referendum, con il risultato che il problema è rimasto lì, irrisolto.

È tempo di andare oltre. Di guardare avanti con responsabilità. Non possiamo lasciare che disinformazione e paure blocchino un progetto che parla di futuro, di comunità, di opportunità per le generazioni che verranno. Inoltre sottoscrivere e accogliere il referendum porterebbe all’unico risultato di aver sperperato denaro pubblico per non ottenere nulla.

La ristrutturazione della Casa montana di Nante consentirà anche a chi verrà dopo di noi di vivere quelle esperienze indimenticabili che si conservano nel cuore.

Sosteniamo Nante. Perché investire negli spazi educativi, ricreativi e sociali è investire nel proprio futuro.

 

Pietro Solcà,
sindaco di Monteceneri

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