
Sono passate quasi due settimane da quando gli studenti e le studentesse del Liceo di Bellinzona, guidati dal Sindacato Indipendente degli Studenti e degli Apprendisti (SISA), hanno organizzato un pranzo di protesta contro l’aumento dei prezzi delle mense scolastiche, causato da un taglio di 100mila franchi imposto dal Cantone a tale settore.
In coincidenza con il pranzo popolare il sindacato ha lanciato una petizione che, fra le altre rivendicazioni, chiede che il taglio venga stralciato dal preventivo. È infatti vergognoso che a pagare le misure di austerità siano coloro che non percepiscono reddito e che non hanno responsabilità della situazione finanziaria del Cantone, motivo per cui la Gioventù Comunista ha da subito sostenuto sia la petizione che l’azione di protesta.
Ci troviamo dunque ora nella seconda fase di questa campagna: è il momento di raccogliere quante più firme possibile per portare le nostre rivendicazioni al Gran Consiglio. La campagna portata avanti dagli studenti e dalle studentesse non costituisce solo un’opportunità per dimostrare la nostra capacità organizzativa, peraltro già emersa dato il successo del pranzo popolare, ma ci offre anche la possibilità di dimostrare al governo ed all’intera società che quella scolastica è una comunità unita, che sa portare avanti lotte comuni nelle quali ci si sostiene a vicenda. In questo senso, auspico e sono fiducioso che i docenti sosterranno gli studenti e le studentesse nella lotta contro l’aumento dei costi delle mense scolastiche, così come noi studenti, sindacati ed organizzazioni giovanili li abbiamo sostenuti e li sosteniamo tuttora nella lotta contro i tagli alle pensioni!
Pertanto, mi rivolgo direttamente ai docenti e li invito a firmare e a far firmare la petizione. Questa è una battaglia che possiamo e dobbiamo vincere; non solo per noi, ma anche per le future generazioni di studenti e studentesse che hanno diritto a pasti accessibili e soprattutto bilanciati da un punto di vista nutrizionale! È infatti importante ricordare che l’aumento dei costi delle mense sta spingendo i giovani a optare per alternative meno costose ma al contempo meno salutari rispetto a ciò che offre una mescita.
Se non poniamo immediatamente un freno alle manovre neoliberiste del nostro governo, come possiamo aspettarci che questo si fermi da solo? Questa è una battaglia attorno alla quale possono riunirsi sia docenti che corpo studentesco. Il risveglio del senso comunitario fra gli studenti e le studentesse, avvenuto durante l’organizzazione del pranzo popolare, è stato palese a tutti: allarghiamolo ora al corpo docenti! Costruire un’alleanza intergenerazionale ed interprofessionale all’interno di una istituzione come la scuola significa costruire una comunità unita, capace di vincere delle battaglie nelle quali combattere da soli difficile. E se c’è qualcosa di cui la nostra società individualista ha bisogno è proprio tornare a ragionare e a mobilitarsi in una dimensione comunitaria, che sia politica o culturale.
Come ha detto un grande educatore del ‘900, don Lorenzo Milani, “ho imparato che il problema degli altri è uguale al mio. Sortirne insieme è la politica, sortirne da soli è l’avarizia". Accogliamo dunque queste sagge parole ed usciamo assieme da questo problema: facciamo politica!
Adam Barbato-Shoufani, coordinatore della Gioventù Comunista