
Mi debbo preoccupare? È un interrogativo che mi accompagna da un po’ di tempo. Dopo aver dato qualche ragione a Gianni Righinetti, vicedirettore del «Corriere del Ticino» (sui temi dell’arrocchino e del telefonino a scuola), oggi do ragione a Paolo Morel, presidente della sezione plr di Lugano. Il quale afferma che «per uscire dalle sabbie mobili di oggi attorno al Campo Marzio servono delle visioni. Anche audaci. Ma soprattutto vicine alla gente» (CdT, 11 settembre). Ad esempio immaginare, per quel prezioso comparto, la creazione di una vasta area verde con dei contenuti alberghieri e residenziali a pigione moderata riassunti in una torre, e un centro congressuale leggero, modulabile, «una struttura molto piccola, ecologica e sostenibile anche finanziariamente che potrebbe estendersi dal PalaCongressi al parco Ciani». Il che comporterebbe la collocazione dei campi da tennis altrove, come è capitato e capita tuttavia in moltissime città: è mai possibile che pregiati terreni comunali siti in centro città, in riva al lago, vengano calpestati da sole poche decine di amatoriali tennisti e non siano a totale e libera disposizione dei luganesi e dei turisti? Di tutti noi?
I cambiamenti climatici stanno causando un aumento significativo delle temperature globali, con estati sempre più calde. Nei centri urbani spesso si verifica un fenomeno detto ‘effetto isola di calore urbana’, che influenza negativamente la qualità della vita, la salute pubblica e il consumo energetico. Numerosi sono le città che riconoscono il verde urbano come un servizio pubblico essenziale, fondamentale per la nostra vita quotidiana, per il nostro benessere e per lottare contro l’inquinamento atmosferico.
Questo assunto stava alla base della proposta da me fatta nella passata legislatura in una riunione della Commissione della Pianificazione che si occupava della progettazione del Campo Marzio Nord e poi ripresentata il 27 settembre 2023 nell’ incontro con il municipale Filippo Lombardi e il sindaco Michele Foletti (cfr. MMN. 11264 “Campo Marzio Nord” e sviluppi “Campo Marzio Sud : verbale del 27. IX. 2023). Constato ora con piacere che essa viene pubblicamente ripresa, o condivisa, dalla direttiva del Plr di Lugano e sostenuta anche da uno dei due municipali liberali. Una “visione”, questa, che non si vorrebbe partitica, ma politica, dotata cioè di buon senso, soprattutto, e di capacità progettuale per una “città a dimensione umana”. E poi, sarebbe davvero una “visione” o semplicemente una progettazione ragionevole e di buon gusto di uno spazio pubblico aperto a tutti?
Lugano se vuole essere una città di cultura e di congressi deve essere meno bottegaia; non deve solo amministrare il presente, ma anche progettare il suo futuro con lungimiranza. Prenda esempio da Lucerna, Neuchâtel, Ginevra, Sion ecc.
Il concetto che qui si propone è molto semplice ed è stato illustrato dalla municipale Karin Valenzano Rossi sul Cdt del 12 settembre: « La visione si allarga in modo coraggioso e lungimirante a tutta l’area di Campo Marzio Nord e Sud, immaginando un grande parco urbano continuo collegato idealmente al Parco Ciani. Un vero e proprio polmone verde a ridosso del lago e del centro, che aumenta la fruibilità, migliora la qualità dello spazio pubblico e risponde alla richiesta di una città più fruibile da parte di tutti.[...]. Questa proposta coraggiosa non contraddice l’ipotesi progettuale esistente. Al contrario, ne accoglie e integra tutti gli elementi fondamentali (congressi, capacità alberghiera, alloggi sostenibili), rispondendo così a tutte le esigenze, in modo più compatto, intelligente e sostenibile». Dove poi collocare «nel grande parco urbano questi elementi fondamentali» sarà un compito da affidare agli architetti.
Mi permetto di ribadire che questa proposta non è una “visione coraggiosa”, tantomeno una “provocazione”, ma semplicemente una proposta intelligente e necessaria per lo sviluppo di una città che vuole rimanere una bella “città a dimensione umana”, dove si viene molto volentieri a passeggiare lungo il lago, come si fa sul lungolago di Ouchy. Così come sarebbe saggia l’estensione delle zone 30 in sei quartieri residenziali luganesi decisa dal Consiglio comunale, che salvaguardia la qualità di vita e la sicurezza di tutti, e che non tocca affatto le strade di scorrimento del traffico. Chi dice il contrario mente sapendo di mentire.
Aurelio Sargenti, già consigliere comunale PS