Gaia Mombelli
Benvenuti nel 2023
Redazione
un anno fa
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Ci troviamo in un periodo di sfide che superano i confini nazionali e di necessari grandi cambiamenti a tutti i livelli. Anche il Mendrisiotto ne è toccato: regione permanentemente affetta da problemi di polveri fini, di traffico, di cementificazione, di edilizia disorganica e ora anche dalle conseguenze del riscaldamento globale.

In questi giorni la stampa parla di un progetto che propone di interrare l’autostrada con una serie di gallerie fra Coldrerio e Brogeda, elaborato negli anni ’90 e ora ripresentato. Non sorprende che esso rifletta le idee di quel tempo, dure a morire anche nel 2023: un progetto monumentale, che produrrà ingenti quantità di CO2, che cementificherà zone ancora non toccate, che richiederà 850 milioni di franchi e che terminerà solo nel 2050, con una durata complessiva di 19 anni.

A che necessità vuole rispondere questo progetto? Migliorare il paesaggio sotterrando un errore del passato, l’autostrada attuale. Lodevole obbiettivo proporre la creazione di un parco, ma poco comprensibile l’interramento dei centri commerciali e la costruzione di un edificio alto 160 metri. Sicuramente sarà un’enorme sfida integrare questo palazzo nel paesaggio attuale e nel futuro parco, e non invece danneggiare e vanificare gli sforzi del progetto.

E qui una parola molto temuta si fa strada: greenwashing, presentare come ecosostenibile un’attività, cercando di occultarne l’impatto ambientale negativo. Nel progetto si parla di aumentare le aree verdi usufruibili, ma non abbiamo bisogno di modificare l’autostrada per averle. Non abbiamo neppure bisogno di centri commerciali sotto terra o dell’ennesimo palazzo che sfigura il territorio, e nel caso non avremmo bisogno di modificare l’autostrada per averli. Inoltre si parla di rivoluzionare il tracciato, il verde e l’intero paesaggio, senza contattare né le associazioni ambientaliste, né la popolazione, le persone che conoscono e vivono il territorio e che hanno tutto il diritto di essere interpellate e ascoltate il prima possibile. Il progetto va discusso e non solo presentato a giochi finiti.

Inoltre è la nostra prima necessità nascondere l’autostrada? No.

Questo progetto va a toccare il problema, le conseguenze del traffico, ma non la sua sorgente, il traffico, perché questo significherebbe veramente mettere in discussione la nostra quotidianità, cambiare, essere al passo con i tempi e combattere le sfide della nostra epoca. Significherebbe risolvere i problemi non con grandi progetti, contando sulla disponibilità di grandi fondi, ma studiare il territorio nelle sue specificità e scoprirne i suoi limiti, le sue risorse intrinseche e i suoi reali e particolari bisogni.

Significherebbe cambiare l’idea di verde urbano e di mobilità che permea la politica del nostro cantone. Non progetti monumentali per creare “parchi verdi”, ma progetti puntuali per rinverdire i centri e combattere la cementificazione. Non vetture occupate da 1,2 persone, ma più mobilità dolce. Tante piccole grandi soluzioni concrete, efficaci, semplici, economiche ed elaborate con la popolazione: soluzioni più sostenibili e che già esistono. Necessitano solamente dei fondi che questi progetti monumentali pitturati di verde ricevono.

Ma benvenuti nel 2023, dove si crede che con la stessa obsoleta idea di sviluppo degli anni ’90 si possano risolvere, o meglio, ignorare, i problemi urgenti della nostra epoca. Dove si pensa che sotterrare un’autostrada sia una soluzione e non solo nascondere la polvere sotto il tappeto. La mia generazione nel 2050 avrà preso il testimone della gestione territoriale, e non voglio ritrovarmi a dover ancora correggere gli errori miopi del passato.

Gaia Mombelli (Giovani Verdi)
Consigliera Comunale di Morbio Inferiore e candidata al Gran Consiglio

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