Ospiti
Associazione Protezione Territorio dai Grandi Predatori - La linea rossa è superata
Redazione
2 anni fa

Un’altra predazione di bestiame in Ticino: una delle tante e non sarà l’ultima. Potrebbe quindi anche non far notizia. La verità è che la dinamica continua a peggiorare: questa volta è avvenuta all’interno di una recinzione metallica, a 50 metri dalle abitazioni e da parte di ben tre lupi che sono stati visti fuggire questa mattina alle sei dal proprietario dell’azienda. Proprietario scosso e scoraggiato dall’avvenimento al quale va tutta la nostra solidarietà e il nostro sostegno.

Erano alcune settimane che dalla Valle Rovana giungevano notizie preoccupanti: avvistamenti notturni, predazione di selvatici, informazioni che i lupi erano più di uno, lettera al Consiglio di Stato da parte delle autorità comunali e patriziali di Campo Vallemaggia.

In Alta Valle di Blenio purtroppo la situazione è analoga: predazione di selvatici a Olivone e ad Aquila, vicino o all’interno degli abitati, foto notturne di lupi a scadenze regolari da dicembre a marzo, risoluzione del Consiglio comunale di Blenio e del Municipio, lettere al Consiglio di Stato da parte della locale Società agricola.

In Val Mesolcina la situazione non è migliore, anzi: nei primi tre mesi dell’anno vi sono state anche predazioni di animali domestici, numerosi avvistamenti e perfino due lupi che hanno aggredito un cane nel cortile di un’azienda agricola, salvato da un coraggioso intervento del proprietario.

In complesso finora gli attacchi agli animali da allevamento sono stati pochi, poiché questi sono rinchiusi nelle stalle o in recinzioni a prova di lupo. Ma “domani” non sarà più così. È giunto il momento del pascolo primaverile, tanto atteso da tutti gli erbivori, e poi quello estivo.

Le autorità cantonali finora si sono limitate a ... constatare e a ...tranquillizzare. I guardiacaccia arrivano solleciti a constatare il fatto e stendono il relativo rapporto per il risarcimento dei capi uccisi; poi aumentano il numero delle fototrappole e le ronde per conoscere “meglio” l’evolversi della situazione.

Di fronte alle nostre ripetute richieste, la risposta è sempre la stessa: “siamo coscienti dell’importanza dell’allevamento di bestiame minuto in Ticino, ma la competenza nella gestione dei grandi predatori è della Confederazione”. E così ogni anno diverse aziende agricole smettono, gli alpeggi caricati con capre e pecore nell’ultimo decennio sono diminuiti del 23% e gli animali alpeggiati in percentuali simili.

Abbiamo chiesto alle autorità cantonali di presentarsi di fronte agli allevatori della Val di Blenio e a quelli della Valmaggia per informarli su come affrontare la prossima stagione di pascolo. Con quali modalità e quali aiuti, ammesso che l’allevamento sia davvero importante.

Poi dovrà essere il caso di altre regioni, perché l’espansione del lupo continua e accelera. Siamo in attesa di una risposta.

Rimangono però altri interrogativi che finora sono rimasti senza risposta. Se l’allevatore che ha visto i lupi nel suo recinto di ovini avesse sparato, come sarebbe finita? Se i lupi che predano vicino alle abitazioni (e non si tratta di un unico esemplare) si mostrassero aggressivi nei confronti di qualche persona, su chi cadrebbe la responsabilità? Se un allevatore esasperato scaricasse i propri animali uccisi davanti al palazzo governativo, si chiamerebbe la polizia? E quando non vi saranno più alpi caricati con ovini e caprini, si dirà che la competenza era della Confederazione?

Siamo giunti al limite della tolleranza. O le autorità cantonali e federali intervengono in modo efficace a limitare il numero dei lupi, oppure sarà la fine della pastorizia. Nel frattempo si dovrà assistere impotenti a numerosi altri fatti incresciosi, a qualche trasgressione, a tensioni, paura, sofferenze. Magari anche a qualche incidente ai danni delle persone.

In tal caso lo Stato sarà perseguibile per lesioni colpose?

Associazione per la Protezione del Territorio dai Grandi Predatori

© Ticinonews.ch - Riproduzione riservata